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chatGPT potrebbe far diventare la professione di programmatore inutile tra 5 anni

Quando ChatGPT è stato rilasciato a novembre, la maggior parte di noi si è meravigliato della sua capacità praticamente infinite.

E parlando di possibilità, ci ritroviamo anche a parlare di programmazione, un occupazione  che è stata a lungo considerata un rifugio dall’inesorabile progresso della tecnologia. Anche se nuove macchine riescono a sostituire altri lavori, le persone che scrivevano le istruzioni per le macchine si sentivano intoccabili.

I ricercatori di OpenAI, la società ha creato ChatGPT, ha recentemente esaminato il grado in cui i modelli linguistici di grandi dimensioni potrebbero svolgere le 19.000 attività che costituiscono le 1.000 occupazioni nell’economia di tutto il mondo. La loro conclusione: il 19% dei lavoratori svolge lavori in cui almeno la metà dei loro compiti potrebbe essere completata dall’IA.

I ricercatori hanno anche notato due modelli tra i lavori più vulnerabili: richiedono più istruzione e vengono con grandi stipendi. “Non pensavamo che sarebbe stato così“, afferma Ethan Mollick, professore di management alla Wharton che studia innovazione.

Una questione di praticità

Ma ritornando al discorso della programmazione: i modelli di linguaggio di grandi dimensioni come quello che fa girare ChatGPT sono stati addestrati su enormi repository di codice. I ricercatori di Microsoft

e della sua consociata GitHub hanno recentemente diviso gli sviluppatori di software in due gruppi: uno con accesso a un assistente di codifica AI e un altro senza. Quelli assistiti dall’intelligenza artificiale sono stati in grado di completare le attività il 56% più velocemente di quelli non assistiti.

Le aziende tecnologiche si sono affrettate ad abbracciare l’IA generativa, riconoscendo la sua capacità di potenziare la programmazione. Amazon ha creato il proprio assistente di codifica AI, CodeWhisperer, e sta incoraggiando i suoi ingegneri a usarlo. Google chiede inoltre ai suoi sviluppatori di provare nuove funzionalità di codifica in Bard, il suo concorrente ChatGPT.

Data la fretta dell’industria tecnologica di implementare l’intelligenza artificiale, non è difficile immaginare un futuro prossimo in cui avremo bisogno della metà degli ingegneri di cui disponiamo oggi o, in futuro, un decimo o un centesimo (Emad Mostaque, il Il CEO di Stability AI, è arrivato al punto di prevedere che “non ci saranno programmatori tra cinque anni“). Nel bene e nel male, l’ascesa dell’intelligenza artificiale segna effettivamente la fine della programmazione così come la conosciamo.

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Pubblicato da
Simone Paciocco