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C’è la certezza che in futuro i viaggi spaziali aumenteranno senz’altro, specialmente se considerate le missioni Artemis. Tuttavia, è importante partire da un assunto banale ma quanto mai importante in questo caso: il corpo umano si è evoluto per stare sulla Terra, non nello spazio.

Proprio per questo motivo, la nostra fisionomia non consente una permanenza troppo prolungata al di fuori dei “nostri” confini. Cosa succederebbe in caso contrario? Un qualcosa di estremamente negativo, addirittura letale. Scopriamo di seguito maggiori dettagli a riguardo.

 

 

Volo spaziale, gli effetti negativi sul corpo umano a lungo termine

Diversi gruppi di ricercatori hanno classificato questi effetti all’interno di un nuovo studio. Il documento prende in esame uno degli interrogativi preponderanti relativi al viaggio spaziale: la polvere celeste che può entrare nei polmoni degli astronauti.

Date le proprietà uniche della polvere lunare e di altri corpi celesti, esiste la possibilità che l’esposizione possa portare a gravi effetti sulla salute (danni respiratori, cardiopolmonari, oculari o dermici) o all’impatto delle prestazioni dell’equipaggio durante le missioni dei corpi celesti“, scrive la NASA nell’ambito di una sua valutazione.

Consapevoli di queste possibili tragicità, nell’articolo pubblicato sulla rivista Cell, la NASA parla di contromisure come delle maschere facciali specializzate. Tuttavia, i problemi potrebbero non finire qui: un altro grande interrogativo è quello che riguarda le radiazioni spaziali, le quali possono causare mutazioni del DNA, esponendo di fatto i viaggiatori spaziali a un rischio molto più elevato di sviluppare un cancro.

Nel 2022, in uno studio condotto su diversi astronauti, sono state denotate ben 34 mutazioni distinte nel loro genoma. Inoltre, l’ambiente di microgravità, oltra ad avere effetti dannosi sul sistema immunitario nel lungo periodo, può anche dare vita a dei virus latenti.

Prendendo in esempio uno studio del 2012, dei ricercatori medici dell’Università del Texas stabilirono che il virus dell’herpes e che causa la mononucleosi, noto come Epstein-Barr,si riattiva durante il volo spaziale aumentando a livelli dieci volte superiori a quelli osservati prima e dopo il volo.

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