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Usare lo smartphone in classe è negativo per l’istruzione? Prova il metodo delle quattro C

Gli studenti di oggi hanno capacità diverse, proprio perché sono nati in un periodo in cui si utilizza molto la tecnologia.

Secondo Cell Phone City Advocacy, “in media, una persona riceve il suo primo cellulare all’età di 12,1 anni, proprio quando sta iniziando la scuola media. Inoltre, il 73% degli adolescenti, circa 14,3 milioni, possiede uno smartphone”.

Un recente studio di Young Canadians in a Wired World rivela che non solo il 25% degli studenti di quarta elementare ha il proprio telefono cellulare, ma anche più di un terzo degli adolescenti e dei pre-adolescenti ci dorme addirittura.

Quindi, come possono le aule trarre vantaggio da questa onnipresente affinità con la tecnologia e incorporare efficacemente gli smartphone nell’ambiente di apprendimento? Alcuni docenti che lo fanno sottolineano che la gamma di funzioni e app dello smartphone fornisce agli studenti in classe uno strumento utile per fare ricerche, utilizzare come alternativa all’e-reader, condividere compiti, tenere diari mobili e persino consentire loro di monitorare il comportamento degli studenti

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Potrebbe rivelarsi molto utile

Uno di questi insegnanti, John Hardison, uno specialista dell’apprendimento presso la East Hall High School di Gainesville, in Georgia, raggruppa i modi in cui lui e i suoi studenti usano lo smartphone in ciò che chiama “Le 4 C”:

  • Chiedere agli studenti di valutare tra pari i temi dei loro compagni di classe tramite un modulo Google incorporato nella pagina dell’insegnante e consentendo loro di visualizzare le critiche costruttive in tempo reale.
  • Fare in modo che gli studenti utilizzino FaceTime per aggiungere studenti, sia in classe che ad altri, anche quelli di altre scuole, durante le discussioni in classe o le attività di apprendimento.
  • Crea contenuti utilizzando app come My Writing Spot ed Evernote e utilizza app di apprendimento come il dizionario e thesaurus.
  • Coordinare i compiti in modo che gli studenti accedano ai blog dei loro colleghi tramite un webmix creato sul sito Symbaloo.
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Pubblicato da
Simone Paciocco