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L’arma segreta per poter combattere l’inquinamento? I dati raccolti dalle big tech

Nel 2007, Microsoft era stata sottoposta a crescenti pressioni che la videro costretta ad impegnarsi in modelli di produzione eco-sostenibili, qualcosa che l’azienda non aveva mai fatto prima. Il controllo, sia da parte delle parti interessate che dell’organizzazione ambientalista Greenpeace, ha suscitato molte domande interne.

“Come monitoriamo tutto il nostro consumo di carbonio ed elettricità in tutto il mondo? Quali sistemi dobbiamo mettere in atto per gestirlo?” ha chiesto Robert Bernard, che era stato in Microsoft per circa un decennio prima di diventare il responsabile della sostenibilità dell’azienda quell’anno.

Microsoft disponeva di un sacco di dati, ma senza numeri concreti che descrivono in dettaglio l’impatto climatico dell’azienda. Bernard e il suo team dovevano applicare la migliore tecnologia per raccogliere i dati e utilizzarli per ridurre gli impatti ambientali negativi sull’intero ecosistema di Microsoft, inclusi partner e fornitori.

Utilizzando la tecnologia che include l’intelligenza artificiale (AI) e l’apprendimento automatico (ML) per apprendere dai suoi dati relativi al clima, Microsoft è diventata “la prima azienda a implementare tasse interne sul carbonio e diventare carbon neutral su scala globale“, afferma Bernard.

Un passaggio obbligatorio

Da allora, altre aziende hanno seguito l’esempio grazie alle proprie pratiche di raccolta dati, uno sforzo reso sempre più urgente dal momento che gli eventi meteorologici gravi e mortali diventano sempre più dannosi per i loro ecosistemi

e l’ambiente. Governi, aziende e individui stanno finalmente adottando misure significative per affrontare questa crisi climatica, ma il cambiamento è difficile e, finora, lento.

Ecco perché molte aziende stanno osservando da vicino come la tecnologia e i dati possono non solo tenerli sulla buona strada, ma anche spingerli in avanti, in un luogo in cui possono eliminare il loro impatto negativo sul pianeta, pur mantenendo dipendenti, azionisti e clienti felici.

Decarbonizzare l’economia non sarà economico. La società di consulenza McKinsey stima che lo sforzo costerà 9,2 trilioni di dollari all’anno per raggiungere questo obiettivo entro il 2050. Katie Stein, chief strategy officer presso la società di servizi professionali Genpact, afferma che la tecnologia svolge un ruolo chiave nell’aiutare le aziende a risolvere questa crisi in tre modi: sta decarbonizzando l’impronta tecnologica, che include il passaggio al cloud. Il secondo è investire in tecnologie e fonti energetiche più ecologiche. E il terzo è ripensare i modelli di business e operativi per avere la sostenibilità al centro.

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Pubblicato da
Simone Paciocco