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Ora legale “definitiva”: il 30 ottobre le lancette possono rimanere ferme

Si è parlato tanto dell’ora legale in questi anni, ma ora è un argomento fin troppo attuale per essere trascurato. Di fatto, la situazione difficile dal punto di vista energetico porta i partiti politici a non poter evitare delle discussioni in merito.

Proprio questi ultimi, all’alba delle elezioni che li vedranno coinvolti, stanno pensando di abolire l’ora solare con varie proposte. Le posizioni di ognuno sono differenti, Draghi non si è ancora espresso. Una proposta presentata di recente potrebbe essere provvidenziale.

 

 

Ora legale definitiva: ecco la proposta

Quando scatta l’ora legale, le lancette passano di un’ora avanti al fine di sfruttare al meglio l’irradiazione solare nel periodo estivo e primaverile. In questo modo, si ritarda l’uso della luce artificiale nei periodi in cui le attività lavorative sono ancora in svolgimento.

Di conseguenza, vien da sé che l’ora legale “definitiva” potrebbe essere molto utile per risparmiare. Sicuramente non sarebbe la salvezza per ogni male, ma un aumento delle ore di luce disponibili potrebbe essere una soluzione per ridurre la problematica energia

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La proposta è stata lanciata inizialmente dal presidente della società di medicina ambientale Alessandro Siani prima della guerra in Ucraina. La società aveva infatti calcolato che negli ultimi quindici anni, nel periodo fra il 27 marzo e il 30 ottobre, quando vige l’ora legale, sono stati risparmiati 10 miliardi di kilowattora, pari a 1,8 miliardi di euro.

Nel 2018 il Parlamento aveva approvato l’obbligo di alternanza tra ora solare e legale, lasciando gli Stati liberi di decidere se applicarla o meno. Secondo Siani, il passaggio definitivo all’ora legale “consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno e, considerati gli attuali prezzi del gas, determinerebbe nel nostro Paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa un miliardo di euro solo nel primo biennio”.

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Pubblicato da
Christian Savino