sabato, Febbraio 15, 2025

Nanodiamanti creati con delle bottiglie di plastica? Non ci crederai, ma si può!

di Christian Savino
2 Minuti lettura

Nanodiamanti plasticaGli scienziati sono tali soprattutto grazie alla loro curiosità, che li ha spinti in territori dove probabilmente pochi avrebbero esplorato. Una delle loro esplorazioni riguarda proprio i pianeti del Sistema Solare, facendo in modo che l’enorme distanza tra noi e loro si assottigli sempre più.

Per portare avanti le conoscenze in materia, una squadra internazionale di ricerca ha condotto un nuovo importante esperimento. A quanto pare, sono stati studiati gli effetti di un laser sparato su una sottile pellicola in PET. Lo straordinario risultato è stato pubblicato in un articolo su Science Advances.

 

 

Nanodiamanti e plastica: ecco l’esperimento dai risultati strabilianti

Durante l’esperimento sono state ricreate le condizioni interne dei pianeti più esterni al Sistema Solare, dove sono presenti condizioni particolarmente estreme, caratterizzate da diverse migliaia di gradi Celsius e un’altissima pressione.

La riproduzione in laboratorio è avvenuta mediante uno dei laser più potenti al mondo sparato su pellicole organiche. Durante l’operazione, è stato scaldato il film polimerico fino a 6.000 gradi Celsius, andando a generare un’onda d’urto in grado di comprimere il materiale per pochissimi nano secondi ad una pressione estremamente elevata.

“Finora abbiamo utilizzato pellicole di idrocarburi per questo tipo di esperimenti”, spiega Dominik Kraus, fisico della HZDR e professore all’Università di Rostock. “E abbiamo scoperto che questa estrema pressione produceva minuscoli diamanti, conosciuti come nanodiamanti”.

Tuttavia, le pellicole ora in uso non erano totalmente efficaci, poiché i pianeti contengono grandi quantità di ossigeno al loro interno. L’esperimento migliora con l’utilizzo di una pellicola in PET “L’effetto dell’ossigeno è stato quello di accelerare la scissione del carbonio e dell’idrogeno e quindi incoraggiare la formazione di nanodiamanti”, ha aggiunto Kraus. “Significava che gli atomi di carbonio potevano combinarsi più facilmente e formare diamanti”. 

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