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Estinzione dinosauri: ci hanno sempre mentito, ecco la verità sulla scomparsa

E se la verità sul tema “estinzione dinosauri” non fosse quella che ci hanno sempre raccontato? Se la causa di ciò in realtà risalisse ad un cratere anziché ad un asteroide? Potremmo dire di aver vissuto nella finzione, ma prima di giungere a conclusioni affrettate sarà meglio analizzare i dati a disposizione.

Estinzione dinosauri: qual è la verità che ci hanno nascosto?

Un gruppo di scienziati ha da poco pubblicato uno studio sulla rivista Science Advances il quale comunica per la prima volta la scoperta di un cratere da impatto di un asteroide che potrebbe ricondursi alla scomparsa dei dinosauri. Il luogo del ritrovo è il fondale marino, pertanto per giungere alla scoperta gli esperti hanno utilizzato il metodo della “riflessione sismica“. Più specificatamente, quest’ultima invierebbe onde di pressione attraverso l’acqua rilevando così l’energia che si riflette sul fondo.

Il nome del cratere è “Nadir” (dall’omonimo vulcano sottomarino), la sua larghezza raggiunge circa i 10 chilometri,

la profondità diverse centinaia di metri ed è sommerso da sedimenti stratificati sull’altopiano della Guinea nell’Africa occidentale. Il dubbio che ha incuriosito gli esperti è la medesima età del cratere Chicxulub (Yucatan, Messico), provocato da un enorme asteroide circa 66 milioni di anni fa, e causa dell’estinzione dei dinosauri.

A questo punto però si diramano due teorie: la prima presuppone che questi si siano formati dalla rottura di un asteroide genitore: con il frammento più grande risalente al cratere Chicxulub e uno più piccolo al cratere Nadir. Le conseguenze avrebbero potuto condurre all’estinzione di massa. La seconda teoria invece suggerisce che Nadir sia parte integrante di un “ammasso d’impatto” di lunga durata, composto da una pioggia di asteroidi che ha attraversato il sistema solare e colpito anche la Terra. Per le risposte definitive dobbiamo attendere i campioni fisici di suolo ed identificati minerali formati solo da pressioni d’urto.

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Pubblicato da
Melany Alteri