Cerchiamo di fare chiarezza sul perché le batterie degli smartphone non si rovinano con la ricarica rapida

Ricarica rapida: Attenzione al numero di batterie!

La ricarica rapida degli smartphone è stata spesso oggetto di critiche, con l’accusa di distruggere l’integrità e le performance della batteria del nostro device.

Occorre innanzitutto sottolineare che se in passato poteva verificarsi un usura anomala su qualche modello, ormai le tecnologie sono avanzate e hanno permesso agli ingegneri di raggiungere importanti traguardi.

Ciò che potrebbe sorprendere è che in alcuni smartphone con ricariche molto spinte sono presenti più di una batteria.

Prendendo d’esempio il bellissimo Xiaomi Mi 11 ultra, i punti di ricarica sono ben quattro! Immaginiamo la batteria, che esteticamente si presenta in un unico corpo, come al suo interno sia divisa in 4 parti indipendenti che caricano tutte in contemporanea.

Questo device che dispone di un alimentatore da ben 120 Watts ricarica in realtà a 30 w per 4.

Oppo negli ultimi tempi si è resa protagonista di un importante traguardo nella ricarica rapida ideando la tecnologia superVooc 150watts e 200watts. Al momento il Realme Gt Neo 3 uscito qualche giorno fa in Italia dispone della ricarica più veloce in commercio con 150watts. Secondo i test dell’azienda dopo 1600 cicli di ricarica rapida, la batteria perderà al massimo il 20% della sua capacità.

Oltre all’hardware degli smartphone, anche il software fa la sua parte andando a monitorare le abitudini e l’esperienza utente. Molti smartphone da Oppo a Realme, come anche su Apple iPhone, la ricarica rapida viene sfruttata solo durante il giorno mentre la notte viene utilizzata la ricarica standard. Questo avviene se il device rileva diverse ore di inutilizzo nell’arco notturno, calcolando la fattibilità di farci trovare la batteria carica al mattino, senza usare il massimo della potenza.

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