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Google al lavoro per aumentare la privacy dei dispositivi Android

Sulla scia di Apple, anche Google decide di schierarsi a favore della privacy degli utenti, lavorando sulle limitazioni dei tracciamenti dati.

Google: La privacy degli utenti torna al centro del dibattito

 

Chrome ha una funzione per limitare il tracciamento dei dati sul browser, ora Google vorrebbe estenderlo alle app sugli smartphone con software Android.

Il progetto nominato ”Privacy Sandbox” mira a ridurre la quantità di dati che gli inserzionisti possono raccogliere degli utenti. Ad esempio, la rivale Apple ora costringe gli sviluppatori di app a chiedere il permesso agli utenti prima di acquisire informazioni.

La notizia sarà un duro colpo per aziende come Meta, che fanno affidamento sui dati raccolti attraverso le app, per monitorare il comportamento e gli interessi dei consumatori.

Meta questo mese ha dichiarato che i cambiamenti di politica Apple gli avrebbero causato una perdita di oltre 10 miliardi nel 2022. Il sistema operativo di Google è utilizzato da circa l’85% dei possessori di smartphone in tutto il mondo.

 

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I cookie di terze parti, che utilizzano la cronologia di navigazione per indirizzare gli annunci pubblicitari, verranno gradualmente eliminati da Chrome entro il 2023.

In un blog, Google ha affermato che ora sta estendendo il progetto Privacy Sandbox alle app Android e sta lavorando a soluzioni che limiteranno la condivisione dei dati degli utenti. Inoltre non saranno più fruibili gli identificatori incrociati delle app, incluso l’ID pubblicitario”.

Questi identificatori sono legati agli smartphone e vengono utilizzati dalle app per raccogliere informazioni. Big G ha affermato che li manterrà in vigore per al massimo due anni, mentre lavorerà sul nuovo sistema.

Apple ha deciso nell’aprile del 2021 che gli sviluppatori di app avrebbero dovuto chiedere esplicitamente il permesso agli utenti per utilizzare IDFA

(Identifier for Advertisers).

I dati della società pubblicitaria Flurry Analytics, pubblicati da Apple suggeriscono che gli utenti statunitensi scelgono di rinunciare al monitoraggio il 96% delle volte.

Google tuttavia a differenza di Apple, fa affidamento sugli introiti pubblicitari.

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I tentativi di Google di creare alternative ai cookie di terze parti sul proprio browser Chrome non sono andati del tutto lisci.

La sua prima proposta, un sistema chiamato Federated Learning of Cohorts (Floc), non è apprezzata dagli attivisti della privacy e nemmeno dagli inserzionisti.

Floc mirava a mascherare le identità individuali degli utenti assegnandoli a un gruppo con storie di navigazione simili.

Il suo successore, Topics, annunciato di recente, mira invece a raggruppare gli utenti in cluster di argomenti selezionati, circa 350 categorie come fitness o viaggi.

Quando qualcuno visita un sito Web, Topics mostra al sito e ai suoi partner pubblicitari solo tre dei tuoi interessi inerenti alle tre settimane precedenti.

L’Autorità per il mercato della concorrenza ha esaminato attentamente la transizione di Google verso sistemi più incentrati sulla privacy e ha affermato che continuerà a monitorare i progressi e gli sviluppi.

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Pubblicato da
Mirko