netflix la regina degli scacchi

Problemi per Netflix, la maestra di scacchi georgiana Nona Gaprindashvili ha citato in giudizio la società di streaming e produzione americana per presunta diffamazione nella popolare serie La regina degli scacchi.

Netflix dovrà affrontare una causa da 5 milioni di dollari per una dichiarazione errata in cui un personaggio nello show ammette di “non aver mai affrontato uomini” contro 59 concorrenti maschi con cui Nona aveva gareggiato nel 1968.

In un’intervista al quotidiano statunitense The New York Times, Nona aveva detto: “Loro stavano cercando di interpretare questo personaggio immaginario che stava aprendo la strada ad altre donne, quando in realtà avevo già tracciato la strada e ispirato generazioni“.

Inoltre, ha messo in evidenza che lo spettacolo l’ha ritratta come russa, sebbene sia di nazionalità georgiana. Ritenendo il ritratto come “grossolanamente sessista e sminuente“, Nona ha chiesto il risarcimento dei danni dicendo che queste “sono falsità devastanti, che minano e degradano i suoi risultati davanti a un pubblico di milioni di spettatori“. D’altra parte, Netflix, nel tentativo di annullare la propria responsabilità per danni, ha affermato che lo spettacolo è di fantasia e che i creatori dello spettacolo hanno una licenza artistica ai sensi del primo emendamento.

Una causa persa in partenza

La giocatrice di scacchi georgiana è la prima donna ad essere nominata grande maestro, gli avvocati di Netflix hanno chiarito che il riferimento a Nona aveva l’obiettivo di “riconoscerla, non denigrare“. La sua causa contro l’entità statunitense è stata impugnata presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti, nel distretto meridionale della California, in cui il giudice ha respinto la mozione per archiviare il caso in questione.

Le osservazioni di Nona alla Corte dicevano che La regina degli scacchi ha “travisato uno dei [suoi] risultati di carriera più significativi davanti a milioni di spettatori in tutto il mondo” e “offuscato la sua reputazione personale e professionale“.

Il fatto che la serie fosse un’opera di fantasia non isola Netflix dalla responsabilità per diffamazione se tutti gli elementi di diffamazione sono altrimenti presenti“, si legge nell’ordinanza del tribunale statunitense.

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