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Marte: nei due campioni di roccia un ambiente favorevole alla vita

Perseverance ha fatto una scoperta incredibile. Nei due campioni di roccia prelevati dal rover su Marte c’è un ambiente favorevole alla vita. Un risultato formidabile per la NASA che si prepara, insieme a ESA, a riceverli in “carne e ossa” – si fa per dire – qui sulla Terra tra una decina di anni. La missione si chiamerà Mars Sample Return, ma ora concentriamoci su ciò che è contenuto nel terreno roccioso conservato nelle due provette da Perseverance. Ecco tutti i dettagli.

 

Marte: nei due campioni di roccia si nasconde la vita

Pare proprio che questa volta la NASA, grazie a Perseverance, sia arrivata a un risultato non indifferente. Grazie agli ultimi due campioni di roccia prelevati diversi giorni fa dal Rover pare si possa dire che su Marte di nasconde la vita.

In pratica, si tratta di un ambiente favorevole alla possibilità che forme di vita si insedino su Marte. E questo era proprio quello che stavano cercando tutti i ricercatori e scienziati impegnati in questa missione

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A confermarlo è il responsabile della missione Ken Farley che ha dichiarato: “Sembra che le nostre prime rocce rivelino la presenza di un ambiente in grado di sostenere la vita“. Non mancano anche altri particolari che rivelano come Marte potrebbe essere un pianeta ospitale a degli esseri viventi.

Infatti, anche il geologo Starck Morgan si è espresso in merito: “Se quelle rocce sono state a contatto con l’acqua per lunghi periodi, è possibile che nascondano nicchie che in passato possono avere ospitato dei microrganismi“. In questo modo, su Marte, ci sarebbero dei particolari sali minerali “ottimi per preservare i segni della vita antica sulla Terra. Ci aspettiamo che lo stesso possa essere vero per le rocce su Marte“.

Dopo tanta fatica e un piccolo fallimento, Perseverance su Marte è riuscito a prelevare due campioni di roccia che contengono informazioni formidabili. In attesa di nuovi sviluppi, speriamo che già questi dati diano slancio a nuove ricerche.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini