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3G: addio rete di terza generazione abbandonata anche da TIM e Iliad

L’operatore telefonico che ha fatto da pioniere togliendo di mezzo velocemente e in pochissimi mesi la rete 3G è stato Vodafone che da febbraio 2021 ha obbligato i suoi clienti a dotarsi si smartphone di nuova generazione. Stessa cosa è successa agli utenti di Poste Mobile, provider che da poco ha trasferito l’appoggio delle sue linee da WindTre a Vodafone. Addio quindi alla rete di terza generazione. Infatti, inesorabilmente tutti gli operatori procederanno con lo switch off 3G. I prossimi della lista saranno TIM e Iliad.

 

3G: TIM pronta allo switch off

Anche TIM, seguendo l’esempio di Vodafone,  è pronta per lo switch off 3G. Proprio durante la conferenza indetta il 24 febbraio 2021 dall’operatore per mostrare i suoi risultati finanziari, ha annunciato l’addio alla rete di terza generazione.

Ciò comporterà che tutti i suoi clienti dovranno dotarsi, nel più breve tempo possibile, di uno smartphone di ultima generazione. In sostanza, entro il 2022 TIM chiuderà tutte le celle 3G

e quindi in diverse zone d’Italia la connessione a questa rete si spegnerà prima di altre.

Differente invece è il piano dell’operatore in merito alla rete 2G che sarà chiusa, salvo proroghe dell’ultimo minuto, il 31 dicembre 2029. Questo anche perché l’utilizzo della tecnologia UMTS è “in rapidissima contrazione“.

 

A breve anche Iliad farà la stessa cosa

Non cambiano gli scenari per i clienti Iliad che sì, avranno un po’ più di tempo, ma dovranno anche loro adeguarsi a un prossimo addio della rete 3G. In ogni caso non ci sono ancora date stabilite, quindi i tempi sembrano essere abbastanza lunghi.

Eppure la corsa al 5G di Iliad sembrerebbe raccontare il contrario. Quindi, il nostro consiglio è quello di acquistare uno smartphone compatibile almeno alla rete 4G, meglio ancora sarebbe al 5G visto che l’operatore ce l’ha di default.

Prima abbandoneremo gli smartphone compatibili solo al 3G e meglio navigheremo sulle reti di ultimissima generazione.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini