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Vaccini e mischiare le dosi: una pratica già usata ma criticata

Si è discusso molto del mix dei vaccini negli scorsi, ma di recente l’argomento è passato in secondo piano. Detto questo, mentre le autorità sanitarie internazionali si sono espresse addirittura contrarie a tale pratica al momento, alcuni paesi sono già impegnati a sfruttare l’eterologa in mondo ampio sulla popolazione. Un esempio in tal senso sono gli Stati Uniti e in Canada.

La motivazione principale dietro l’uso di questa pratica è legata alle scarse dosi dei vaccini presenti in alcune zone dei suddetti paesi. L’altro motivo riguarda la poca efficacia di alcuni trattamenti che in questi casi non serve però, ad eccezione però di alcuni casi con Johnson & Johnson. Doveva essere monodose, ma in molti casi c’è stata una seconda dose di tutt’altro, anche di quelli a mRNA

quindi non AstraZeneca.

 

Vaccini: il mix delle dosi

Le parole di un medico esperto in malattia infettive dell’Università di Toronto, Isaac Bogoch: “Immagino che coloro che hanno ricevuto una singola dose di Johnson & Johnson possano aver bisogno di un richiamo di un vaccino mRNA rispetto ad altre persone che ne hanno bisogno.”

Quelle di Akiko Iwasaki, immunologa di Yale: “La ragione di ciò è perché se stai usando un vaccino vettoriale, come il J&J o l’AstraZeneca, che usano l’adenovirus, generi anticorpi contro il vettore in modo che la tua seconda iniezione con lo stesso vettore renda meno probabile che induca una robusta risposta del sistema immunitario. Oltre al discorso del Covid-19, è normale mischiare vaccini diversi per avere un innesco e un potenziamento di tale risposta.”

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini