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Instagram: in circolazione una nuova mail di phishing difficilissima da riconoscere

Il social network più famoso nel nostro pianeta è senza alcun dubbio Instagram, esso possiamo dire è diventato quasi una seconda carta di identità, composta però da foto che in un certo senso fanno da identikit della nostra persona, fattore che probabilmente è la chiave del successo riscosso dalla piattaforma negli ultimi anni.

Ovviamente a fronte di tale contesto, l’importanza assunta da un profilo e inimmaginabile, dal momento che esso è a tutti gli effetti una parte della nostra identità e contiene info di primaria importanza in merito alla nostra persona e alla nostra vita digitale.

Ciò rende i profili una preda succulenta da attaccare per truffatori e ladri di identità, i quali attraverso mail di phishing, attaccano gli utenti in cerca dei loro dati di accesso sperando di riuscire a portarsi a casa username e password per poi rubare loro l’identità.

 

La mail di phishing più perfetta di sempre

Questa è l’ultima mail di phishing arrivata in circolazione, si tratta della mail truffaldina meglio camuffata tra tutte quelle in circolazione

, è infatti difficilissima da riconoscere per svariati motivi, il primo è innanzitutto legato al fatto che essa è personalizzata, al posto dei campi coperti ci saranno infatti la vostra e-mail e il vostro username Instagram, elementi che portano a pensare che si tratta di una mail legit.

A ciò bisogna aggiungere la presenza di elementi che mostrano un lavoro di fino, in primis l’indirizzo mail del mittente, che sembra un indirizzo ufficiale Instagram ma è in realtà un indirizzo fasullo ottenuto mediante la tecnica dello smoofing, il quale permette di replicare un dominio autorevole a fini ovviamente molto diversi.

Cosa fa capire che si tratta di una mail scam ? In primis il fatto che l’italiano è corretto ortograficamente ma non molto adeguato ad una mail formale, in secundis l’impostazione della mail, che spinge chi legge a effettuare a tutti i costi l’accesso, un po’ troppo sospetto.

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Pubblicato da
Eduardo Bleve