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La terza dose è una necessità eppure la comunità internazionale è spaccata a metà. Diversi paesi stanno già utilizzato questa pratica e altri hanno da poco programmato la somministrazione di un’altra dose di richiamo dei vaccini. I motivi per farlo sono diversi, ma c’è un grosso problema ovvero la mancanza di dati su quello che potrebbe succedere alle persone.

Di fatto, già alla somministrazione della seconda dose dei vaccini il numero degli effetti collaterali aumenta così come la gravità per certi casi. Di contro dovrebbe aumentare la protezione fornita alle persone, ma non ci sono numeri concreti validi su cui affidarsi. Per questo motivo, prima l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’EMA si sono dichiarati momentaneamente contrari.

 

Vaccini: la terza dose

Le parole dell’EMA, l’ultima che si è pronunciata in merito: “Al momento è troppo presto per confermare se e quando ci sarà bisogno di una dose di richiamo, perché non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne vaccinali e dagli studi in corso per capire quanto a lungo durerà la protezione dei vaccini”

Un aspetto importante a questo punto però diventa quello di farsi trovare pronti nel momento in cui verrà dato il via libera da parte di tutte le autorità sanitarie. Al momento non ci sono dati, ma solo per il fatto che molti paesi hanno già intrapreso questa strada, le informazioni arriveranno in ogni caso. La variante Delta ed eventuali altri varianti renderanno necessaria una terza dose quindi si tratta solo di capire quando. Un aspetto che invece sembra più sicuro è il fatto che la gestione passerà da essere straordinaria ad ordinaria.

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