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L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è già espressa su Euro 2020. Il problema non è tanto di una competizione in piena pandemia, anche se qualche mal di pancia è stato fatto capire, ma piuttosto per come è stata l’organizzazione. Quanto successo ieri sera è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e probabilmente in pochi giorni ne vedremo le conseguenze.

Se stadi mezzi pieni in diversi paesi europei, viaggi di turisti indiscriminati anche in zone già note come focolai di variante Delta e assembramenti continui, la finale è stata l’apoteosi del menefreghismo trascinato dall’entusiasmo e dalla delusione così come la mancanza organizzativa di un governo che probabilmente sperava in un altro risultato.

 

Euro 2020: un fallimento organizzativo

Da fuori siamo rimasti euforici a vedere l’arco di Wembley colorarsi del tricolore, ma tutto intorno prima è avvenuto così come dopo. Fan ubriachi che non rispettavano nessuna regola, l’assalto allo stadio tanto che è stata superata la capienza limitata di 60.000 e la stessa uscita scomposta dallo stesso dopo la sconfitta senza un controllo della polizia non esattamente stringente. La variante Delta già circola in modo preoccupante nel Regno Unito, tra qualche giorno i numeri saranno ben altri.

Se da un lato c’è l’Inghilterra, dall’altro ci sono le piazza italiane dove, seppur in maniera ridotta, ci sono comunque stati festeggiamenti che non si sono fatti fermare, per ovvi motivi, dalla pandemia. Qualcuno ha provato a darsi un contegno, ma è stato difficile. Resta da capire come la variante Delta sfrutterà tutto questo. I contagi sono già in salita, bisogna sperare nei vaccini.

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