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Criptovalute: svelato il funzionamento dei bancomat

Col tempo, i modi per riciclare denaro cambiano sempre di più, e per questo le criptovalute sono finite direttamente sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine. Infatti, il compimento di azioni illegali tramite queste monete digitali è davvero molto semplice, tant’è che si può versare denaro senza che di quest’ultimo ne resti traccia. Un’operazione di questo tipo può essere possibile grazie alle casse automatiche per criptovalute, ossia dei bancomat accessibili anonimamente per tutti coloro che hanno un portafoglio digitale.

Come ha ricordato anche la Nazione, questi ATM molto particolari sono si sono ormai diffusi in tutto il globo, e anche l’Italia sta assistendo all’espansione. I suddetti permettono di acquistare criptovalute, e sicuramente la più in auge è il Bitcoin, per valuta fiat o di fare operazione inversa prelevando contante. La criticità sta nel fatto che, tramite lo scambio di queste valute, il riciclaggio ha ampi margini di diffusione.

 

 

Criptovalute: il riciclaggio e gli atti illeciti non sono da sottovalutare

Ogni portafoglio, detto anche wallet, utilizzato per ricevere o inviare la criptovaluta, si distingue in base ad un codice alfanumerico

. Questo è l’unico dato pubblico, ma è comunque difficile il tracciamento dei movimenti. È sicuramente possibile sapere se un determinato wallet ha ceduto una certa quantità di criptovalute a un altro, ma è comunque difficile capire chi è il titolare. Quindi, le autorità possono solamente rintracciare le attività di conversione in valuta ordinaria delle criptovalute.

Il colonnello Gian Luca Berruti, a capo del gruppo investigativo del Nucleo speciale frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, ha spiegato: “A complicare il quadro vi è il fatto che molte persone entrano nel circuito con una criptovaluta ed escono con un’altra. Quella per noi più difficile da affrontare è la Monero“. Ha poi continuato dicendo: “è un qualcosa che stiamo monitorando con molta attenzione”. Berruti ha anche ammesso che nel corso delle indagini si trovano “sempre più spesso queste criptovalute utilizzate come strumento di pagamento per richieste di riscatto in caso di furto di dati o per attuare truffe”.

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Pubblicato da
Christian Savino