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Criptovalute: minatori scappano a causa del ban cinese

In seguito alla stretta della Cina riguardante le criptovalute la scorsa settimana, ci sono moltissimi minatori che stanno vendendo le loro macchine per il mining o vanno alla ricerca di altri posti dove poter continuare la loro attività, come ad esempio Stati Uniti o Kazakistan. Di fatto, un operatore di una “mining farm” cinese ha svelato a Reuters che “l’hardware per l’estrazione delle criptovalute si sta vendendo come ferraglia.

Criptovalute: ecco qual è l’obiettivo della Cina

Inoltre, sempre la scorsa settimana, si può di certo dire che la Cina ha completato il suo programma di contrasto alle criptovalute, facendo prendere in considerazione dalla provincia di Sichuan dei dispositivi di legge ordinati alle compagnie elettriche per terminare tutte le attività di mining.

Di fatto, Sichuan era uno dei posti preferiti dai minatori cinesi, e questo principalmente grazie ad una grande disponibilità di energia elettrica

. Tuttavia, con il bando delle criptovalute delle regioni del Sud unite a quelle del Nord, la capacità estrattive delle criptovalute in Cina è scesa del 90%.

Ma come mai la Cina sta andando contro le criptovalute? Tutto nasce dalle preoccupazioni crescenti del Consiglio di Stato riguardo la speculazione delle stesse, la quale metterebbe a rischio l’economia reale poiché metterebbe a rischio l’economia reale. Tuttavia, anche se non è mai stato detto in via ufficiale, ci dovrebbe essere l’introduzione dell’e-yuan cinese che sta già circolando, ossia il DCEP (Digital Currency Electronic Payment, DC/EP). In base a ciò che dice la banca centrale cinese, lo “e-yuan è una forma digitale dello yuan e non è mai stato creato per la speculazione”.

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Pubblicato da
Christian Savino