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Bitcoin: tutte le soluzioni green proposte da Elon Musk

Elon Musk ha scosso ancora una volta il mondo delle criptovalute con un tweet sul futuro del bitcoin, analizzando l’elevata quantità di energia necessaria durante la fase del mining.

“Siamo preoccupati per il rapido aumento dell’uso di combustibili fossili per l’estrazione e le transazioni di bitcoin. Ha le emissioni peggiori di qualsiasi carburante. Usare le criptovalute come se fossero valute tradizionali è un’ottima idea, crediamo che abbiano un futuro promettente, ma non può accadere a discapito dell’ambiente”. Sulla base di queste dichiarazioni Musk ha annunciato che Tesla non utilizzerà più alcun bitcoin finché l’impatto ambientale di quest’ultimo sarà così negativo.

Non c’è dubbio che il CEO di Tesla faccia bene a preoccuparsi per l’impatto ambientale insostenibile delle criptovalute. Gli scienziati hanno già confermato che il Bitcoin e altre criptomonete potrebbero peggiorare la situazione già critica riguardante il riscaldamento globale e in soli due decenni. L’attività di verifica delle transazioni crittografiche è svolta dai “minatori”, che agiscono effettivamente come revisori dei conti che aggiornano un “libro” (azione nota come aggiunta di un blocco alla blockchain). La potenza di elaborazione dei computer coinvolti è piuttosto elevata. Più di 150 quintilioni di tentativi vengono attualmente effettuati ogni secondo della giornata in tutto il mondo, con enormi hangar per aerei pieni di computer che lavorano 24 ore al giorno.

Una singola transazione in bitcoin lascia un’impronta in carbonio di 360 kg, rispetto ai 500 mg di una transazione Visa, ad esempio. “Il Bitcoin è essenzialmente la monetizzazione dell’energia”, dichiara il ricercatore Hass McCook. “Trasforma l’energia in denaro, il che significa che i minatori stanno inseguendo il potere economico. Sfortunatamente per l’ambiente, la maggior parte delle macchine minerarie si trova in Cina”. La Cina utilizza il 65%

dell’elettricità totale usata per il cryptomining.

Il Bitcoin utilizza un’elevata quantità di energia: le proposte green di Musk

Le miniere cinesi non solo dipendono da risorse così limitate, ma il loro utilizzo di elettricità si traduce in emissioni di carbonio che presto supereranno il consumo di energia di Italia e Arabia Saudita. Pechino ha recentemente compiuto alcuni passi avanti, con l’intento di reprimere questa pratica così dannosa. Al momento in tutto il Pianeta è necessaria quasi la stessa energia dell’intera Argentina. La tecnologia di queste valute digitali dipende anche da hardware poco duraturi. Questo porta ad un picco nella domanda di chip e ulteriori emissioni dovute alla loro produzione.

Le soluzioni ecologiche “potenzialmente promettenti” a cui Elon Musk allude per affrontare il problema dell’impatto del bitcoin potrebbero essere già disponibili. La creazione di crypto farms in paesi più freddi come l’Islanda e la Norvegia le cui forniture di energia provengono in gran parte da fonti di energia rinnovabile, come il centro idroelettrico sotterraneo della miniera di Lefdal sui fiordi norvegesi, è un’idea abbastanza valida.

Stanno nascendo anche criptomonete più ecologiche, tra cui il Cardano, il Litecoin e tante altre. SolarCoin, ad esempio, ha lo scopo di premiare le installazioni di energia solare e funziona distribuendo nuove monete come ricompensa per la produzione di energia. Ogni MWh di produzione solare viene ricompensato con un SolarCoin. Mentre il cambio di rotta di Elon Musk sulle criptovalute potrebbe aver alienato alcuni dei suoi sostenitori più devoti, la sua influenza sarà sicuramente cruciale se il bitcoin vuole adattarsi per sopravvivere.

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Pubblicato da
Rosalba Varegliano