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Noi tutti nella nostra vita abbiamo sentito parlare del disastro nucleare avvenuto nel 1986 a Chernobyl, quello da sempre ritenuto dagli esperti il più grandi disastro della storia ed eguagliato solo da quello avvenuto a Fukushima a seguito di un fortissimo terremoto.

Quella notte a causa di un errore durante un test di sicurezza, l’enorme calore e di conseguenza l’enorme pressione del vapore generata all’interno, provocò un’esplosione tremenda che scoperchiò il reattore scaraventando via il grosso tappo posizionato a copertura della camera di fissione, l’enorme esplosione portò al rilascio di una nube radioattiva che investì l’Europa e i cui effetti si sono accusati per anni.

A seguito del disastro, per scongiurare ulteriori problemi legati alla radioattività, è stato costruito un sarcofago di cemento armato per intrappolare all’interno tutte le scorie volatili ed evitare l’ulteriore rilascio radioattivo nell’ambiente.

A quanto pare però, sta succedendo qualcosa all’interno del reattore, il quale invece che spegnersi e morire lentamente, sembra aver ancora un cuore pulsante.

Presente ancora fissione nucleare

A riportarlo è la rivista Science, la quale attesta che, all’interno dei resti del reattore numero 4, ci sono ancora delle masse di Uranio che hanno ripreso le reazioni di fissione nucleare, dichiarazione rilasciata da Neil Hyatt, chimico dei materiali nucleari all’Università di Sheffield, il quale ha riportato: «È come se ci fossero tizzoni in un barbecue».

Inizialmente, il primo sarcofago costruito per arginare gli effetti negativi del reattore sull’ambiente circostante, lasciava passare l’acqua piovana, la quale accumulandosi rallentava i neutroni sparati dalle masse radioattive che così avevano più possibilità di scontrarsi con l’Uranio, fenomeno che però si autolimitava all’asciugarsi dell’acqua.

Il nuovo sarcofago, impermeabile all’acqua, ha eliminato questo fattore, fino a che però in alcuni punti i neutroni hanno iniziato ad aumentare fino a quasi a raddoppiare, come nella stanza 305/2, cosa che ovviamente ha aumentato il numero di scontri con l’Uranio, cosa che si teme possa portare al rilascio di energia nucleare incontrollata.

Gli scienziati sono perplessi, la paura di un possibile incidente è concreta anche se si parla comunque di dimensioni di gran lunga inferiori a quello avvenuto nel 1986, stando alle analisi il numero di neutroni cresce e bisognerà capire se intervenire o meno, in virtù anche della presenza nella cantina di ingresso dei resti del combustibile presente all’epoca, resti che vantano la bellezza di 170 tonnellate di Uranio irradiato.

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