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Call Center: se ti chiamano senza consenso sulla privacy è truffa?

Forse il momento della rivincita degli utenti contro i Call Center è arrivato. Grazie al Garante della Privacy, che ha comminato una multa salata a tre aziende del settore, avranno maggiori tutele. Ma se i Call Center ti chiamano senza avere il consenso sulla privacy è truffa? Vediamo insieme tutto ciò che c’è da sapere in merito.

 

L’incubo dei Call Center e la violazione della privacy: è truffa?

Chiamano quasi tutti i giorni e a tutte le ore del giorno. Tra le proposte di offerta si nascondo anche pericolosi raggiri. A volte sono insistenti e per certi versi maleducati. Dulcis in fundo, con l’ultima notizia di questi giorni, violano anche la privacy. Si chiamano Call Center e non c’è bisogno di presentazioni, tutti li conoscono e anche molto bene.

Ma da oggi è arrivata la resa dei conti. Il Garante della Privacy ha condannato tre aziende Call Center per aver contattato clienti che non avevano mai dato il loro consenso sulla privacy. Peggio ancora, in certi casi il numero di telefono era stato recuperato in maniera dubbia. Si può parlare di truffa?

In un certo senso sì, perché se io non ho mai dato il consenso per essere contattato a scopo di marketing, i Call Center non dovrebbero avere i miei dati. In sostanza quelle informazioni, utilizzate senza il consenso, da dove arrivano? Domanda retorica a parte, vediamo quali sono quelli incriminati.

 

Quali sono le aziende incriminate dal Garante

Le aziende Call Center che si sono viste recapitare i capi di accusa con le relative sanzioni dal Garante della Privacy sono tre:

  • Planet Group S.p.A. con una multa di 80.000 euro;
  • Mediacom s.r.l. con una multa di 15.000 euro;
  • Plurima s.r.l. con una multa di 5.000 euro.

Il comportamento scorretto di queste tre aziende è stato esaminato dal 2016 al 2020. Singolare è la segnalazione di un utente che dice di essere stato contattato 155 volte in un mese da un Call Center di Planet Group S.p.A.. Ma ormai si sa, queste attività non hanno più pudore, addirittura alcuni hanno preso di mira anche un’associazione, l’Unione Nazionale Consumatori.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini