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Vaccini, cosa i giornali non stanno dicendo su Johnson & Johnson

Ricordate la vicenda AstraZeneca, conclusasi poi in un nulla di fatto perché il vaccino si è dimostrato sicuro nella quasi totalità dei casi? Un caso montato mediaticamente per il puro gusto di trovare un nuovo capro espiatorio, peccato però andarlo a cercare proprio nell’unico mezzo che abbiamo a disposizione per uscire da quest’incubo chiamato pandemia.

Be’, sappiate che il vaccino di Johnson & Johnson sta correndo il rischio di fare la stessa fine. Già da qualche settimana i giornali più blasonati hanno iniziato a fare del vero e proprio terrorismo psicologico sul vaccino della casa americana, e non solo in Italia. Tanto da indurre la FDA, per soli 6 casi su 6 milioni di somministrazioni, a prendere la decisione puramente politica di sospendere per qualche giorno le iniezioni di questo vaccino per effettuare una review dei dati. Rivelatisi poi corretti e incoraggianti.

Cosa stiamo facendo, allora? D’accordo sui controlli, quelli c’erano prima della immissione in commercio e continuano ad esserci anche dopo, come monitoraggio sul breve e lungo termine (avviene così in tutti i trial clinici e la successiva approvazione dei farmaci). Ma non stiamo forse esagerando nel mettere delle volontà politiche davanti ai dati scientifici e oggettivi? Volontà politiche che, peraltro, consistono nel non volersi prendere la responsabilità di prendere posizioni apparentemente “scomode”, affermando senza remore con tranquillità e consapevolezza la sicurezza del vaccino.

Johnson & Johnson: al di là dei falsi allarmismi, cosa dovremmo davvero sapere

Tralasciando dunque le news montate al solo scopo di fare notizia e acquisire visibilità, perché altra ragione non esiste, è opportuno offrire agli utenti dei dati reali su cui basare le proprie valutazioni.

Ciò che in questi giorni sta quasi passando in sordina è che il vaccino Johnson & Johnson, assumibile in unica somministrazione, si è dimostrato efficace già a soli 7 giorni dalla somministrazione, anche sulle tanto temute varianti del Covid.

I dati di Fase 3 pubblicati da Johnson & Johnson sul New England Journal of Medicine, una delle più autorevoli riviste scientifiche nell’ambito medico, parlano chiaro.

“Il vaccino – si legge nella nota ufficiale sui risultati di Fase 3 – è efficace contro le varianti emergenti che destano preoccupazione e che includono la variante B.1.351 (20H/501Y.V2), che è stata identificata nel 95% dei casi di Covid-19 in Sudafrica, e la variante del ceppo P2, che è stata identificata nel 69% dei casi di COVID-19 in Brasile”. E prosegue: “In Sudafrica, l’efficacia del vaccino è stata mantenuta al 64% contro le forme da moderate a gravi/critiche della malattia e all’81,7% contro le forme gravi/critiche al giorno 28 dopo la vaccinazione. L’efficacia è stata mantenuta anche nei partecipanti in Brasile, con il 68,1% di efficacia contro le forme da moderate a gravi/critiche della malattia e l’87,6% contro le forme gravi/critiche”.

In aggiunta, come ha riferito il Global Head Janssen Research & Development Johnson & Johnson, Mathai Mammen: “Il vaccino è stato efficace all’85% contro le forme gravi/critiche della malattia. La protezione è stata generalmente trasversale tra le etnie e i gruppi di età, compresi gli adulti sopra i 60 anni e quelli con e senza comorbidità”.

In pochissimo tempo, i risultati: “L’efficacia è iniziata in modo evidente 7 giorni dopo la vaccinazione per le forme gravi/critiche della malattia e 14 giorni dopo la vaccinazione per le forme da moderate a gravi/critiche. L’efficacia del vaccino ha continuato ad aumentare circa otto settimane dopo la vaccinazione, che è la durata media del follow-up richiesto dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti. I dati aggiuntivi raccolti dopo l’annuncio dei risultati di Fase 2 non hanno evidenziato riscontro di un calo della protezione nel tempo”.

Dei dati inequivocabili che lasciano ben sperare sull’esito della campagna vaccinale, se si deciderà di usare il buon senso e fidarsi dei dati e della scienza, la stessa che sta alla base del funzionamento dei nostri dispositivi, la stessa che ci ha permesso di far volare un mini-elicottero su Marte e che ogni giorno ci permette di combattere la battaglia contro questo acerrimo nemico invisibile.

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Pubblicato da
Monica Palmisano