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TikTok è un social di condivisione diventato molto importante negli ultimi tempi, soprattutto per i più giovani. Tuttavia, ci sono degli aspetti alquanto oscuri di cui è necessario parlarne. Oggi, infatti, parleremo della storia di Ava Rose, perseguitata da un suo follower. Ava è una ragazza di 16 anni canadese, la quale inizialmente non voleva avere nessun contatto con TikTok, poiché lo considerava “cringe”. Successivamente, però, si è iscritta, iniziando a postare dei contenuti.

I suddetti hanno riscosso particolare interesse tra i giovanissimi, tant’è che la ragazza è riuscita a raggiungere velocemente i 150mila follower. Spaventata da questa fama improvvisa, disattivò l’account. Successivamente, poi, lo riattivò, e fu lì che incominciarono i suoi problemi. Il suo stalker riuscì ad hackerare tutti i suoi account, andando a pubblicare sui vari profili della ragazza che si sarebbe suicidata a breve.

 

TikTok: Ava Rose incominciava a capire che il problema era serio

Ovviamente, la ragazza non sapeva nulla di ciò, la quale si è trovata tempestata di notifiche da parte dei suoi coetanei e con la famiglia molto spaventata. L’hackeraggio è avvenuto tramite la clonazione della SIM, metodo che ancora oggi è in larga diffusione. I vari messaggi al telefono della vittima erano decisamente preoccupanti: “Voglio solo parlarti.”, “Voglio solo parlarti.”, “Voglio prenderti e ingravidarti”.

In tutto ciò è stata coinvolta anche l’amica di Ava, Gabriel. Infatti, lo stalker inviava dei messaggi anche a lei, e non erano messaggi rassicuranti. Altri messaggi anche ai genitori: “Non ha il permesso di uscire con i suoi amici, se esce io lo saprò”. La situazione non era affatto delle migliori, così Ava ha deciso di rivolgersi alla Polizia di Toronto sperando di risolvere il problema quanto prima possibile.

Questo, però, non ha fatto altro che far rincarare la dose all’uomo, il quale scrive un altro messaggio terrificante alla ragazza: “Devi accettare il fatto che ti sto ricattando, che non finirà e che nessuno riuscirà a prendermi, la polizia non mi ha preso neanche le altre volte, accetta la situazione, dammi quello che voglio, voglio che ti incontri con me al parco dietro casa tua, voglio farti tutto questo. Se non lo farai ucciderò i tuoi genitori davanti ai tuoi occhi in casa tua e dopo ti farò mia”

Fortunatamente, però, l’uomo commise un errore grave: lasciò la sua VPN aperta per qualche minuto, tempo necessario affinché la Polizia riuscisse a rintracciarlo. Successivamente, la Polizia ha trovato anche altre SIM e telefoni con i quali il malvivente aveva compiuto altre azioni del genere.

 

L’uomo è stato acciuffato, ma la vita di Ava non è di certo semplice ora

Ava descrive attualmente questo suo momento davvero molto difficile, e vive attualmente la sua vita con molta ansia. Ha dichiarato la ragazza: “Mi ha davvero condizionato il fatto di non poter vivere nella mia stessa casa e di non sentirmi al sicuro da nessuna parte… è molto difficile, in special modo se hai 16 anni. Così come è dura sapere quanto stress devono sopportare anche i tuoi genitori, che non possono nemmeno uscire o passeggiare senza aver paura…”.

Ora, la ragazza ha smesso di postare su TikTok e sugli altri social, ma comunque la sua situazione non è delle migliori: “Ho provato ad andare in terapia e a superarlo, ma quando succede qualcosa di simile dopo diventi comunque un’altra persona. Hai una prospettiva diversa sui social media e hai paura possa capitare di nuovo. Non pensi che persone simili esistano, finché non capita a te.”

Le molestie online, di qualsiasi tipo, sono un qualcosa di molto serio che può portare a tantissime problematiche dal punto di vista psicologico, tanto da portare i giovani a non esporsi più dal punto di vista sociale e rinchiudersi in loro stessi, dando spazio a episodi di suicidio o autolesionismo. La storia di Ava ci racconta come, a volte, avere tante persone che ti seguono non significa avere una vita perfetta: “Non completa la tua vita. E quando succede qualcosa di simile, dovresti aver modo di parlarne apertamente.”

FONTEVICE
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