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AstraZeneca: ecco quali sono le reali possibilità di un effetto collaterale

Per quanto AstraZeneca sia considerato generalmente sicuro, le possibilità di un effetto collaterale spaventa diverse persone, che comunque decidono giustamente di farsi vaccinare contro il Covid-19. Ma quali sono le reali possibilità di svilupparne uno, di imbattersi nella coagulazione anomala del sangue? Soprattutto quanto è meno rischioso rispetto al coronavirus in sé?

Il Winton Centre for Risk and Evidence Communication ha voluto fornire una risposta più comprensibile a tutto. Analizzando i dati di morte dello stesso Covid-19 con alcuni degli incidenti mortali dal 2018 ad oggi hanno fornito una tabella alquanto esplicativa. Una possibile risposta a tutte le preoccupazioni che potrebbe aiutare molto persone a convincersi a farsi vaccinare.

 

AstraZeneca: la possibilità di effetti collaterali

La comparazione viene praticamente fatta con la possibilità di venire colpiti da un fulmine. Questa possibilità è la stessa per chi ha 25 anni e per chi ne ha 55 e si parla di una possibilità su un milione per entrambi i casi. La possibilità di sviluppare un effetto collaterale inseguito alla somministrazione di una dose del vaccino di AstraZeneca

è di 11 su 1 milione per la prima fascia di età e 4 su 1 milione per la seconda fascia.

Ora, mettendo in comparazione queste possibilità con quelle di morire a causa del coronavirus, la situazione è completamente diversa. Morire a causa del Covid-19 è per i 25enni a 23 possibilità su 1 milione e per i 55enni 800 su 1 milione, una differenza notevole e da non ignorare.

A completare questa tabella ci pensano le morti a causa di incidenti come cadere dalle scale o gli incidenti stradali. Per chi ha 25 anni si parla di rispettivamente 110 e 38 possibilità su 1 milione mentre per chi ha 55 anni si parla di 180 e 23 su 1 milione. Quello che si evince è che rinunciare a proteggersi dal virus a causa della paura di un effetto collaterale con il vaccino di AstraZeneca è una motivazione miope.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini