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Covid-19 e vaccini poco efficaci: la Cina ammette la propria debolezza

Photo by Ivan Diaz on Unsplash

Da mesi viene data per certa l’origine del coronavirus in Cina. Nonostante questo, allo stato attuale, sempre dando per veri i dati “ufficiali”, il paese sembra essere quello che si è comportato meglio al mondo. Ovviamente però il bisogno di creare un’immunità generale contro il Covid-19 rimane un obiettivo primario, ma il paese ha qualche problema coi vaccini.

La Cina ha sviluppato diversi vaccini interni è il più utilizzato, anche in diversi paesi esteri, è quello di Sinovac. Su stessa ammissione dell’ente preposto del paese però, questi trattamenti non sono particolarmente efficaci contro il coronavirus e quindi il Covid-19. Si parla di un’efficacia appena del 50%.

Per fare un confronto, i vaccini di Pfizer e di Moderna hanno un’efficacia superiore al 95%. AstraZeneca si trova poco sopra a quello cinese per quanto riguarda una dose, il 60%, ma con la seconda si arriva quasi all’85%. Tre vaccini Covid-19 di molto migliori di quello Sinovac.

 

Covid-19: vaccini poco efficaci

Per la Cina questo è un problema maggiore rispetto ad altri paesi. Teoricamente il numero basso di contagi di questo anno è dovuto alle pesanti misure di confinamento coatto effettuato nei confronti della popolazione

. Se questo ha permesso di tenere i contagio sostanzialmente a zero, ha impedito alle persone di sviluppare anticorpi mirati contro il SARS-CoV-2. In sostanza, sono più a rischio del resto del mondo al Covid-19.

Avere vaccini cosi poco efficaci rende la Cina debole di fronte al virus e ora stanno cercando di rimediare. Ovviamente al momento non cercano aiuto all’estero, ma piuttosto proveranno qualche altra misura. La prima sulla lista è di mischiare le dosi di diversi vaccini Covid-19.

I vaccini finora sviluppati in Cina si basano tutti sull’uso di un vettore virale, come il vaccino di AstraZeneca e quello di Johnson & Johnson. Quelli più efficaci sono quelli mRNA e solo adesso il governo sta pensando di spingere gli investimenti verso tale tecnologia così da evitare un’ondata più pericolosa di Covid-19 tra la popolazione.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini