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Chernobyl arriva in Puglia: da 20 anni sono ferme le sue scorie radioattive

Non bastano i soldi! È sempre e solo una questione di denaro e la gente muore di tumore. Non si trovano soluzioni, tutto rimane in standby attendendo che nodi burocratici si sciolgano. Nel frattempo Chernobyl è arrivata anche in Puglia con 6.132 fusti pieni di scorie radioattive provenienti dal peggior disastro nucleare della storia.

 

Taranto rischia di diventare una seconda Chernobyl

Altro che documenti segreti su Chernobyl tenuti nascosti dal governo dell’Ex Unione Sovietica. A Taranto e più precisamente nel comune di Statte esistono da ben 21 anni fusti pieni di rifiuti radioattivi. È questo uno dei tanti casi recentemente citati dalla Commissione bicamerale Ecomafie.

È proprio il presidente della Bicamerale Stefano Vignaroli a evidenziare che il problema è individuabile maggiormente nella mancanza di denaro. Dopo aver stanziato 10 milioni di euro, somma che avrebbe dovuto garantire la bonifica del capannone che contiene le scorie di Chernobyl, ora si scopre che non sono abbastanza. Infatti l’operazione, iniziata nel 2017 e non ancora terminata, è ferma immobile per mancanza di fondi.

Ancora tanti sono i fusti che si trovano presso il capannone della ex società Cemerad

ormai fallita da anni. Tra l’altro a Taranto serviva proprio avere un po’ di materiale radioattivo, visto che non ne ha abbastanza dell’inquinamento prodotto dall’ex Ilva e da altre aziende limitrofe. Un’altra Chernobyl, un gemellaggio a delinquere promosso dalle mafie che individuano siti dove gettare materiale pericoloso che andrebbe bonificato.

Ad ogni modo, come conferma Vignaroli i soldi non ci sono. “Gli interventi di bonifica procedevano, pur in presenza di difficoltà, imprevisti ed aumenti dei costi ma hanno dovuto subire di recente una brusca frenata a causa della mancata erogazione di fondi ulteriori. Tra le attività che, di conseguenza, non sono più garantite vi è la vigilanza armata 24 ore su 24, ritenuta necessaria per la sicurezza. Il prossimo obiettivo, dunque, sarà quello di chiedere ulteriori finanziamenti al Governo“.

Secondo una conferma di Giovanni Vianello, deputato del Movimento 5 Stelle e componente della bicamerale, pare quindi che nei prossimi giorni si cercherà di risolvere la questione Cemerad.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini