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Black Mirror, il creatore si dedica ad un altro progetto: che sia l’addio definitivo?

Netflix è nota per aver prodotto negli anni contenuti di altissima qualità, creando un catalogo di produzioni originali ampio e variegato, capace di assecondare tutti i gusti. Resta però l’inoppugnabile verità che alcuni abbiano avuto un impatto decisamente più forte rispetto ad altri. Ad esempio, per il loro modo innovativo e sinistro di raccontare il mondo e la realtà che ci circonda con occhio critico, catapultarci in quello che potrebbe essere il futuro dell’umanità e indirettamente redarguirci sui rischi che corriamo con determinate scelte e azioni.

Parliamo di Black Mirror, serie tra le più riuscite e amate dal pubblico per l’analisi impietosa ma straordinariamente lucida del mondo digitale di cui abbiamo impregnato le nostre vite, o forse in cui le nostre vite si sono ritrovate riflesse e assorbite, proprio come avviene in uno specchio, però nero come il display spento o in stand-by.

Eppure il creatore potrebbe interrompere qui il dissacrante viaggio nel mondo degli schermi e della tecnologia, e la goccia che ha fatto traboccare il vaso potrebbe essere proprio il Covid-19.

Black Mirror, il rinnovo diventa un miraggio: cancellazione in arrivo?

Il Covid-19 potrebbe aver dato il colpo di grazia a Black Mirror per due motivi principali, uno più pratico e l’altro più psicologico.

Anzitutto, il creatore della serie Charlie Brooker sta lavorando al momento ad un altro progetto, incentrato – neanche a dirlo – sull’anno appena trascorso. “Nemmeno i creatori di Black Mirror avrebbero potuto inventarsi il 2020” campeggia nel teaser trailer targato Netflix. Un mockumentary (come ha riferito Hugh Grant, che interpreterà un ruolo, poco prima che al pubblico fosse data l’ufficialità sul contenuto di questo progetto segreto) che ha assorbito molte delle energie dello sceneggiatore.

In secondo luogo, e veniamo al motivo di carattere più prettamente psico-sociologico, le persone non sarebbero più interessate ad una serie di stampo distopico quando ciò che sta vivendo va ben oltre l’immaginazione. L’assuefazione alle notizie drammatiche, l’insofferenza verso i cambiamenti repentini, l’abitudine allo stare rinchiusi in casa piuttosto che essere liberi di vivere come in precedenza appariva così scontato fare; tutti questi elementi farebbero in modo che un simile racconto non crei alcun interesse nel pubblico, anzi possa addirittura generare un senso di repulsione.

Che sia l’addio definitivo di Black Mirror? Non è ancora certo, ma farla tornare agli antichi fasti (anche in termini di ascolti) al momento è un miraggio.

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Pubblicato da
Monica Palmisano