A causa dei nuovi lockdown, le banche stanno stringendo i cordoni della borsa in vista delle probabili perdite che registreranno su prestiti già erogati. I danni per l’attività economica innescheranno infatti un incremento delle insolvenze e dei ritardi nei pagamenti. Così, le condizioni per i prestiti per famiglie e imprese si sono fatte molto più restrittive nell’ultima parte del 2020.

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E’ quanto emerge nell’indagine trimestrale della Banca centrale europea che segnale come la gelata del credito risulti particolarmente marcata in Francia. Le nuove restrizioni a spostamenti ed attività economiche, spiega la Bce, hanno accresciuto l’incertezza sulla ripresa mettendo le banche più sulla difensiva. Un numero crescente di istituti di credito ha affermato di aver reso più rigide le disposizioni interne per erogare mutui e finanziamenti.

Peraltro in questo momento la Bce rileva come si stia anche riducendo la richiesta di finanziamenti da parte delle aziende. Nel quarto trimestre del 2020 le banche segnalano un declino delle richieste che segue l’espansione del 3,9% dei tre mesi precedenti e del boom del periodo estivo.

Alla luce di questo andamento generale colpisco i dati diffusi oggi dall’Abi, l’associazione delle banche italiane, che in dicembre segnalano una crescita dei prestiti bancari. Secondo il rapporto mensile dell’associazione i finanziamenti a famiglie e imprese sono aumentati del 5,5% contro il +5,3% di novembre.

L’andamento continua a beneficiare delle misure straordinarie del governo e dal “ruolo di sostegno delle banche all’economia”, come spiega il vice dg dell’associazione Gianfranco Torriero secondo cui si tratta di una dato “in controtendeza rispetto agli altri paesi”. “C’è un ricorso delle aziende alle banche per creare buffer di liquidità e traghettarle verso la nuova normalità” post pandemia, ha aggiunto Torriero.

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