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Smartphone e sicurezza: nessuno è al sicuro secondo un nuovo studio

Una società di sicurezza chiamata Zimperium ha di recente completato uno studio che ha preso in esame ben 1,3 milioni di applicazioni. In alcuni casi si trattava di app dedicate ai sistemi iOS e in altre per quelli Android mentre altre ancora erano in comune. Il risultato finale è che nessun smartphone è al sicuro e quindi neanche i propri dati privati e informazioni sensibili.

Alla fine della ricerca hanno constatato come circa 84.000 applicazioni presenti sul Google Play Store e 47.000 presenti sull’App Store utilizzano server pubblici e non privati. Di queste, il 14% aveva anche dei settaggi imbarazzanti che non garantivano nessuna sicurezza. In sostanza ogni smartphone è sostanzialmente esposto.

Se da un lato bisogna assolutamente sottolineare che molto di queste applicazioni non sono di per sé create esclusivamente per rubare i dati, rimane comunque uno scenario desolante. Si può stare attenti quando si vuole a scaricare un’app sul proprio smartphone, ma certi dati non sono a disposizione dell’utente, come la presenza di un server pubblico che non garantisce una sicurezza adeguata sul flusso di informazioni.

 

Smartphone: il problema della sicurezza

Tra i tanti dati che Zimperium ha scoperto essere completamente disponibili a essere rubati non ci sono solo password o indirizzi e-mail, ma ben altro. Informazioni mediche, informazioni finanziarie e tanto altro ancora che tutto insieme potrebbe garantire ad attori malevoli di fare enormi danni alle persone coinvolte, basti pensare a un furto di identità.

Zimperium non ha voluto ancora diffondere l’elenco di queste applicazioni e per diversi motivi. Uno non vuole fornire ad altri il nome delle applicazioni che possono essere attaccare anche perché hanno provveduto a informare tutti gli sviluppatori coinvolti. Il problema è che molti di questi non hanno preso bene la cosa. A detta della società di sicurezza, potrebbe cambiare ben poco per moltissime app in questione lasciando moltissimi utenti di smartphone scoperti.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini