Ogni alimento che consumiamo ha una “data di scadenza”, cioè l’arco temporale indicativo che indica quando un alimento è igienicamente idoneo al consumo. Ovviamente ci sono cibi che devono essere consumati entro pochi giorni, altri nell’arco di diversi mesi, mentre alcuni possono essere consumati anche dopo pochi anni… come il miele.

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È un alimento composto principalmente da zucchero e acqua (un rapporto che solitamente è 80/20). Lo zucchero da parte sua è igroscopico, cioè in grado di assorbire le molecole d’acqua nell’ambiente circostante, e può disidratare i batteri.

Quindi è incredibilmente difficile per qualsiasi cosa dannosa prosperare o riprodursi all’interno della sostanza. Come se non bastasse, il miele è anche molto denso, fattore che elimina i batteri dell’ossigeno di cui hanno bisogno per prosperare. Se consideriamo anche che è un alimento fortemente acido, abbiamo tutte le carte in tavola per il piatto “indistruttibile”.

Sebbene il miele sia resistente al deterioramento, non è del tutto invincibile. Il miele grezzo ha le migliori possibilità di rimanere fresco, ma il miele lavorato, che aggiunge zuccheri artificiali e altri ingredienti, potrebbe degradarsi più rapidamente. Ricordiamo inoltre che il tempo fa perdere al miele le sue caratteristiche organolettiche: enzimi, vitamine e colore.

Insomma, se conservato in condizioni adeguate, il miele difficilmente può andare a male, al massimo, se non consumato per anni, può perdere tutte le sue caratteristiche, ma può comunque essere mangiato.

A proposito, le nostre nonne avevano ragione: il miele aiuta davvero contro il raffreddore. Inoltre, non dimentichiamo i protagonisti della creazione dietro questo delizioso cibo: le api, creature indispensabili per il mondo come lo conosciamo.

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