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5G pericoloso: ecco l’ennesima prudenza italiana senza basi scientifiche

L’Europa già da tempo sta destinando diverse risorse per lo sviluppo e la realizzazione delle nuove reti ultra veloci. Purtroppo però ancora una volta l’Italia sembra non riuscire a stare al passo con la crescita tecnologica. Infatti sono molte le amministrazioni pubbliche impegnate a rallentare l’arrivo del 5G. Ecco il perché.

 

Rallenta la corsa al 5G perché l’Italia pensa sia pericoloso per la salute

Ebbene sì, è l’ennesima cautela all’italiana quella che ha visto attuato il divieto di installazione di un’antenna 5G a Carrega Ligure ridente cittadina dell’Emilia Romagna. Non è la prima amministrazione pubblica a contrastare l’arrivo e la diffusione della nuova rete ultraveloce.

Ma quali sono i motivi che spingono tutto questo astio verso il futuro della connessione internet? In pratica e senza alcun fondamento scientifico si è concluso che le antenne del 5G siano pericolose per la salute.

Proprio per questo nei giorni scorsi la Regione Emilia Romagna ha approvato una risoluzione proposta da Silvia Piccinini, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle. Obbiettivo sarebbe quello di limitare il più possibile le conseguenze negative delle radiofrequenze

5G. Inoltre prevede anche la realizzazione di una campagna di informazione sugli effetti che le onde radio hanno sulla salute.

“La risoluzione nasce dal confronto con persone particolarmente sofferenti per l’esposizione alle radiofrequenze. Non sono dei no 5G, ma cittadini particolarmente sensibili all’elettrosmog, i quali, sono convinta, apprezzeranno i passi avanti compiuti con questa risoluzione”. Sono queste le parole della Piccinini che hanno accompagnato la proposta.

Incalza anche la dem Nadia Rossi che sostiene quanto sia necessario rispondere con azioni concrete alle preoccupazioni delle persone. “Il principio di cautela è testimoniato anche dall’azione che la Regione vuole compiere sulla cablatura delle scuole. E uguale attenzione verrà posta per l’installazione delle antenne in prossimità di aree come castelli, zone archeologiche, siti monumentali e di pregio. Abbiamo ribadito come l’Emilia-Romagna sia particolarmente vigile sul tema del 5G”.

È vero e si parla ampiamente delle radiazioni prodotte dagli smartphone, ma frenare la corsa al 5G per rispondere a una “sofferenza” dei cittadini sembra non trovare alcun supporto medico e scientifico.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini