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Recensione Xiaomi Redmi note 9T: 5G Dual SiM per tutte le tasche

La serie Redmi di Xiaomi per questo inizio di 2021 si arricchisce di una ulteriore versione, al Redmi Note 9, 9S, 9Pro va ora ad aggiungersi questo 9T!

Come da tradizione, Xiaomi sforna una infinità di dispositivi un po’ troppo simili tra loro per design, caratteristiche e prezzo, ma in questo 9T è stato introdotto un processore Mediatek che non fa affatto storcere il naso, anzi, lo fa preferire al resto della serie note.

Abbiamo inoltre la non trascurabile possibilità di inserire due SiM in 5G su un device sotto i 300 Euro.

Design e materiali

 

Back cover in plastica zigrinata, ruvida permette di tenere bene in mano questo smartphone che non è per nulla scivoloso e leggermente curvato per una migliore impugnatura.

Disponibile in colorazione Nightfall Black o Daybreak Purple, peccato sia un poco rovinato dalla marchiatura CE a caratteri cubitali.

Il corpo fotocamere posteriore ha un certo carattere, ma è qualcosa di già visto.

Le dimensioni sono generose (161.99mmx77.3mmx9.05mm), è un po’ spesso e pesa 199 grammi. La qualità dei materiali non è premium, ma la costruzione e l’assemblaggio sembrano solidi.

Sul lato destro è posizionato il pulsante on/off con sensore biometrico, apprezzatissimo per affidabilità e velocità che sono davvero impressionanti, 10 su 10!

Accanto è posizionato il bilanciere del volume, in cima la porta infrarossi e, sul lato sinistro, il carrellino per doppia SiM ed espansione MicroSD con tanto di guarnizione.

Il dispositivo ha pure un nano rivestimento per resistere agli schizzi d’acqua.

Sotto abbiamo la Type-C senza uscita video, l’amatissimo Jack da 3.5 mm e lo speaker (l’audio è stereo e potente).

Nella confezione è inclusa una apprezzabile cover in silicone trasparente, il cavo USB/Type-C e un alimentatore da 22.5W.

Hardware, Display e Audio

 

Il pannello da 6.53 pollici esce dalla confezione rivestito da una pellicola protettiva non molto oleofobica.

In alto a sinistra forellino che ospita la fotocamera, abbastanza grande ma ormai ci siamo abituati a questa soluzione e non dà poi troppo fastidio.

La risoluzione del pannello è FullHD+ (2340×1080) IPS, con una luminosità di picco di 450 nits e una densità di 395ppi ed un filtro per la luce blu certificato TUV.

Si tratta del solito IPS da medio/bassa gamma con una luminosità non molto elevata e un sensore di luminosità un pochino troppo conservativo. Gli angoli di visione non sono il massimo ed i neri non sono assoluti, inoltre il refresh rate è fermo a 60 Hz.

A bordo abbiamo un SoC Mediatek Dimensity 800u octacore con frequenze fino a 2.4 ghz e processo costruttivo a 7 nm, un processore che, sulla carta, offre prestazioni simili ad uno Snapdragon 750.

Sicuramente è un buon processore e ha una leggera marcia in più rispetto al resto della serie redmi note dello scorso anno.

La GPU è una Mali G57, ci sono 4Gb di memoria DDR4X e memorie di archiviazione di tipo UFS 2.2 in tagli da 64/128 Gb.

La cosa interessante del procesore Mediatek è di poter sfruttare la connettività in 5G SA/NSA su due Sim contemporaneamente,

e se abitate sotto un antenna 5G o prevedete di averne una presto a portata di smartphone questo device potrebbe fare per voi.

In un utilizzo più realistico in Italia ci si muove in 4G e 4Gplus quando va bene, e qui non posso non segnalare che non riesco ad ottenere prestazioni di controparti marchiate Qualcomm, soprattutto per l’aggregazione delle bande.

Ovvio che se avete una buona ricezione del 5G, la cui copertura comincia ad essere capillare, le prestazioni rispetto al 4Gplus saranno nettamente superiori.

Plauso per la ricezione: unico smartphone provato tra il 2020 e il 2021 a ricevere telefonate dal mio box auto, un vero e proprio bunker.

L’audio è stereo e di buona qualità, in chiamata si sente bene dall’auricolare principale mentre il vivavoce non è molto potente.

La connettività è davvero molto completa con Bluetooth 5.1, NFC, WiFi 5 dual band, infrarossi e la Radio FM.

Utilizzo, Gaming e Software

Nonostante i benchmark promettano ottime prestazioni il SoC sembra un po’ legato nell’utilizzo quotidiano forse a causa delle animazioni della MIUI 12.0.1 e del refresh del display fermo a 60 Hz.

Offre comunque prestazioni interessanti lato gaming, i gioichi si avviano rapidamente grazie alle memorie rapide.

Purtroppo niente always on, il display ci avvisa delle notifiche solo illuminandoci

A bordo MIUI 12.0.1 basata su Android 10, ha un po’ troppi giochini inutili preinstallati e ancora qualche pubblicità ma è esteticamente gradevole, anche se scimmiotta un pochino troppo iOS, soprattutto per la barra delle notifiche.

Per Netflix è presente la certificazione Widevine L1.

Autonomia da record grazie ai 5.000 mAh e al processo produttivo a 7nm del processore, consente di fare due giorni di utilizzo senza grandi difficoltà.

 

Fotocamera

 

La fotocamera principale ha un sensore da 48 mp f/1.8 accompagnata dalle solite e poco utili camere dedicate alle Macro e alla profondità da 2 MP.

Avremmo preferito di gran lunga un obiettivo ultrawide da affiancare al principale, sicuramente più utile.

Gli scatti dal sensore principale sono validi, soprattutto in condizione di luce ottimale e anche l’applicazione fotocamera è molto completa, solo un po’ troppo lenta nell’aprirsi e nello scattare.

Può registrare video in 4K a 30 fps, ma dà il meglio registrando in FullHD, purtroppo non è presente alcun tipo di stabilizzazione ottica.

Fotocamera anteriore da 13 MP f/2.4, sufficiente per uso social grazie ai copiosi effetti bellezza dell’app fotocamera.

Conclusioni

Un device con SoC Mediatek che non fa rimpiangere uno Snapdragon ed è uno degli smartphone 5G più economici in commercio.

Trovo comunque che non fosse così necessario in quanto porta poco alla già ricca e variegata famiglia note di Xiaomi.

Il prezzo di listino è  un pochino fuori fuoco, continuo a preferirgli devices che offrono almeno 90 hz di refresh rate del display ed una camera ultragrandangolare, anche se magari rinunciano al 5G.

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Pubblicato da
Davide Gilardi