FiscoUna delle proposte presentate con grande convinzione al Governo da parte di una commissione di esperti voluta dai commercialisti italiani è stata quella di recuperare la classe media, formulando l’ipotesi di riforma dell’Irpef e possibile abolizione dell’Irap. Le misure, dunque, vanno nella direzione di un’equità fiscale maggiore tra lavoratori e dipendenti autonomi, di una restituzione del potere d’acquisto del ceto medio e un sistema impositivo semplificato.

Carlo Cottarelli, il quale ha fatto parte della commissione voluta dal Consiglio nazionale dei commercialisti, ci ha tenuto a ricordare che “la semplificazione resta sempre l’obiettivo agognato nel nostro sistema fiscale, dal ’74 non se ne vede una davvero efficace. Da allora ogni governo ha aggiunto nuovi meccanismi fiscali senza eliminare i precedenti creando una giungla di adempimenti quasi inestricabile e molto costosa. Oggi ogni beneficio è limitato dalle complicazioni che comporta. Per pensare a una riforma e a un piano di semplificazione serve un governo stabile che abbia questa come priorità”

 

 

Fisco: ecco le proposte presentate

Intanto, l’attenzione viene rivolta alle possibili correzioni dell’Irpef, e nasce in tal senso la proposta di riforma delle aliquote di tassazione. Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani, ha dichiarato che “l’attuale sistema progressivo per scaglioni di reddito pone diverse criticità, tra cui quello del salto di ben 11 punti percentuali dell’aliquota marginale tra il secondo e il terzo scaglione, al superamento dei 28 mila euro. Noi proponiamo il frazionamento in due dell’attuale terzo scaglione: il primo, da 28 mila euro a 40 mila euro, con un’aliquota marginale del 32 per cento; il secondo, da 40 mila euro a 55 mila euro, con un’aliquota marginale del 38 per cento. Un sistema che ridarebbe fiato alla classe media che attualmente è quella che, in proporzione, subisce la maggiore pressione”.

Parte del lavoro che viene svolto dai commercialisti viene destinato anche alla equiparazione della pressione fiscale tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. Continua a spiegare Miani che “l’obiettivo è scardinare l’attuale sistema per ottenere qualcosa di più semplice ed equo che a parità di reddito ci sia parità di pressione fiscale. E invece attualmente il sistema di deduzioni e detrazioni crea degli squilibri aggravati dalle solite complicazioni burocratiche e procedurali. Ecco perché la Commissione ne auspica un riordino volto a semplificare e razionalizzare il sistema con un meccanismo che armonizzi il bonus 100 euro e la flat tax”.

Anche la proposta dell’eliminazione dell’Irap va in questa direzione, ossia la tassa sul lavoro che da anni non è molto digerita dagli imprenditori. Conferma il presidente dei commercialisti che “in effetti la proposta dell’abolizione dell’Irap va nel solco della semplificazione, ciò che proponiamo è la sua sostituzione con addizionali regionali all’Ires e all’Irpef sui redditi d’impresa e di lavoro autonomo per non perdere il gettito che comunque l’Irap garantisce. Tale intervento consentirebbe di applicare il prelievo sulla stessa base imponibile prevista per le imposte sul reddito, con il vantaggio di ridurre i costi amministrativi a carico dei contribuenti. Nessuna modifica invece ipotizzata per la disciplina attuale riguardante le pubbliche amministrazioni“.

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