huaweiSembra che i problemi di Huawei, dopo lo scontro con il presidente americano Donald Trump e il blocco, non siano finiti. Le accuse dell’amministrazione americana che taccia l’azienda di essere una costola del governo cinese, sembrano aver fatto breccia in più di uno stato europeo. Il Regno Unito, guidato da Boris Johnson ha seguito le orme degli USA; vietato l’acquisto di apparecchiature Huawei già da quest’anno e stabilita la totale dismissione di quelle in circolazione a partire dal 2027.

La Francia invece ha stabilito di consentire l’istallazione dei dispositivi ma anche di non rinnovare le licenze il cui termine è stabilito nel 2028. In Italia invece la Vodafone ha deciso di escludere Huawei così come fatto nel resto d’Europa; discorso a parte per TIM che ha si escluso Huawei ma che ha voluto specificare come sia stata una scelta di carattere “industriale”.

Huawei: le pressioni del sottosegretario statunitense

 

A rincarare la dose, e a ribadire una volta di più come la strategia americana sia aggressiva sul tema, c’ha pensato il sottosegretario a gli Affari di Stato Keith Krach. Il sottosegretario ha dichiarato: “Venditori ad alto rischio e non sicuri come Huawei e ZTE offrono al governo autoritario del PCC la possibilità di interrompere o usare come un’arma applicazioni critiche nelle infrastrutture o fornire avanzamenti tecnologici alle forze militari cinesi”.

Gli Stati Uniti sostengo inoltre che Huawei sia coinvolta insieme al governo cinese in alcuni casi di abuso dei diritti umani; nello specifico quelli perpetrati sui musulmani uiguri. Questa minoranza cinese infatti è stata tristemente deportata nei campi di rieducazione

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