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Evasori fiscali traditi da Maps:il nuovo metodo dell’Agenzia delle Entrate

I controlli fiscali continuano ad essere effettuati periodicamente in modo da combattere una volta per tutte la forte piaga dell’evasione fiscale in Italia, ma a far scattare degli accertamenti può essere anche la vita online dei contribuenti. La Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate hanno il potere di ricavare delle informazioni dalle fonti aperte, come ad esempio: social network, articoli di giornale, siti, e via dicendo. In questo modo possono mostrare eventuali incongruenze con quanto dichiarato realmente con il Fisco.

Diversi casi, infatti, hanno riguardato l’uso da parte degli investigatori di Google Maps, ma eccovi svelate tutte le informazioni a riguardo.

Evasione Fiscale: per i controlli l’Agenzia delle Entrate può ricavare informazioni dalle fonti aperte

“Dal punto di vista operativo, alle notizie ritraibili dalle banche dati si aggiungono quelle che pervengono da altre fonti, ivi incluse fonti aperte, per cui lo scenario informativo è ampio e variegato” questo è una parte di quello che riporta la circolare n.16/E/2016 con la quale il Fisco italiano può acquisire delle notizie anche dalle cosiddette fonti aperte

Anche la Guardia di Finanza ha lo stesso potere, difatti la circolare 1/2018 (volume I e volume II) del 4 dicembre 2017 stabilisce:

“eventuale ricerca di altri elementi utili non risultanti dalle citate banche dati, anche presso gli Uffici e gli Enti pubblici presenti sul territorio, previa adozione delle necessarie cautele per garantire l’indispensabile riservatezza dell’attività da intraprendere. In tale contesto, deve essere posta particolare attenzione alla consultazione delle c.d. “fonti aperte” (articoli stampa, siti internet, social network, ecc.) al fine di acquisire ogni utile elemento di conoscenza sul contribuente da sottoporre a controllo e sull’attività da questi esercitata…”.

Google Maps: l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza a caccia di evasori

Le foto di Google Maps possono essere utilizzate dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate come una prova valida contro gli evasori. In un recente caso, infatti, ad un titolare di un’agenzia pubblicitaria gli è stato contestato l’aver promosso la sua attività tramite un veicolo parcheggiato contenente messaggi pubblicitari. La contestazione è stata fondata tramite alcune foto di Google Earth e di Google Street View.

Ad oggi, comunque, è da migliorare la collaborazione tra l’amministrazione finanziaria e gli operatori di internet in merito allo scambio delle informazioni.

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Pubblicato da
Ilenia Amelio