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Diesel: chi ha preso l’auto elettrica rimpiange la scelta, ecco perché

Le auto elettriche rappresentano il futuro e non hanno niente di sbagliato rispetto al Diesel. Eppure sono tanti gli italiani che potrebbero pentirsi di una simile scelta. Ci sono delle valide ragioni per non decretare la prematura dipartita del gasolio in un momento storico in cui è chiaro che l’attenzione degli automobilisti e dei Governi è ancora vigile nel comparto endotermico del mondo motori.

Per le EV non esistono i giusti presupposti per parlare di rivoluzione universale dei trasporti. All’estero, come in Gran Bretagna, le cose vanno talmente bene che il veto assoluto alle auto inquinanti sarà posto tra qualche mese. In Italia, invece, siamo impreparati e l’errore di scegliere un’auto a batteria può costare veramente caro. Ecco perché.

 

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Gli incentivi per auto Euro 6 sono partiti il 1 Agosto 2020, giornata in cui si è registrata una grande partecipazione all’operazione sconto rottamazione. Cresce l’interesse per ibride ed elettriche ma nulla possono contro il motore Diesel che palesa diversi vantaggi.

A parte i bonus mobilità da 10.000 Euro per le elettriche è chiaro che queste costano decisamente troppo rispetto ad una controparte a gasolio. Pochi sono disposti a spendere cifre così elevate potendo avere una controparte più pratica, ugualmente versatile e vantaggiosa dal punto di vista del costo di acquisto.

Un fattore che si ripercuote in maniera mirata anche sui costi di manutenzione e rifornimento. Le batterie rappresentano la spesa maggiore per un’auto elettrica. Il rifornimento, tra l’altro, non fa corrispondere un reale vantaggio in termini di spesa visto che le tariffe superano in alcuni casi il costo al litro del Diesel. La ricarica rapida, infatti, costa parecchio pur offrendo il giusto compromesso tra costi e velocità di ricarica.

A tal proposito non si può non notare la velocità di rifornimento che con il Diesel significa pochi minuti mentre con l’elettrica almeno mezz’ora, tanto che società come Audi stanno predisponendo apposite aree ristoro ed intrattenimento per coprire i tempi morti. La burocrazia, inoltre, non aiuta a fronte di 18 permessi necessari per avere nuove stazioni di ricarica. Gli hotspot mancano inoltre in autostrada e precludono il proseguo di un viaggio medio-lungo lungo la rete delle grandi arterie extra-urbane.

Sul fronte inquinamento l’elettrico getta la spugna dopo i clamorosi risultati comunicati con l’analisi del CES-IFO di Monaco di Baviera. Nel confronto di una Tesla Model 3 elettrica con una Mercedes 220D a gasolio il livello di CO2 della prima è risultato molto più alto. Ciò a causa di processi produttivi in cui predomina ancora l’uso del carbon fossile.

Insomma, siamo in presenza di una rivoluzione mancata. Per il momento è così ma associazioni, costruttori e Governo si stanno muovendo verso una direzione che ci porterà finalmente ad avere veicoli ad emissioni zero. L’input potrebbe configurarsi con la nascita del motore ad idrogeno atteso entro il 2025 e decritto come la rivoluzione dei trasporti.

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Pubblicato da
Domenico