patrimoniale

Il Partito Democratico ha fatto alcune considerazioni in seguito all’emergenza sanitaria che stiamo attraversando: secondo loro, sarebbe necessario imporre al paese una nuova tassa patrimoniale. La situazione economica, che risulta alquanto complicata allo stato attuale, ha portato quindi il Partito a pensare a ciò come possibile soluzione al problema. Purtroppo, prima del COVID-19, la situazione era già abbastanza disagevole e sembra che col tempo si stia peggiorando sempre di più.

Secondo le ultime dichiarazioni quindi, molti italiani sarebbero disposti a prendere i propri soldi e spostarli dalle banche. Così facendo, proverebbero ad evitare quella che da molti viene considerata una vera e propria “imposta sul reddito personale“. C’è da specificare che ci saranno persone che saranno maggiormente colpite da questa tassa, andiamo a vedere chi sono.

 

Patrimoniale: gli italiani sono pronti a spostare i propri soldi nel caso in cui venisse applicata

Per i risparmiatori del nostro paese questa potrebbe essere una vera e propria batosta in quanto lo Stato andrebbe a riparare i debiti con i loro risparmi. Così facendo, lo scopo principe è quello di andare a ristabilire i conti con il ceto medio-basso, traendo una sorta di vantaggio dai conti correnti delle persone più ricche con dei veri e propri prelievi forzati.

Andando a vedere le cose ancor più nel dettaglio, i conti che verrebbero maggiormente presi di mira sono quelle delle persone che hanno un reddito superiore ad 80.000 euro. In questo modo, lo Stato mira a raccogliere fino a 1,3 miliardi di euro. I beni immobili, come case, terreni e proprietà di vario genere, rientrerebbero in questo contributo detto anche “solidale“.

Questo prelievo verrà inoltre applicato anche a chi ha rapporti contrattuali con banche ed istituti postali anche all’estero. Le polizze sulla vita e le cassette di sicurezza non verranno toccate. I soldi degli italiani verranno quindi spostati da loro stessi in paesi dove vige il “paradiso fiscale”. La scelta sembra sensata da parte loro, tuttavia, hanno un’alternativa in meno: la Svizzera non sembra rientrare più in questa particolare cerchia poiché ha stretto un patto bilaterale con l’Italia sull’obbligo di trasparenza finanziaria.

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