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E-mail phishing: ecco alcuni metodi per riconoscerle

In questi ultimi anni gli attacchi phishing da parte di truffatori e malintenzionati si sono diffusi enormemente e questo è dovuto al fatto che riescono ad ingannare molto bene la maggior parte degli utenti. Uno dei metodi utilizzati per fare questo sono le e-mail phishing, ovvero delle e-mail create appositamente per riprodurre quelle di vere aziende o brand in modo da convincere gli utenti a cadere nella loro trappola. Nonostante siano molto simili alle vere e-mail realizzate dai brand o dalle aziende, però, esistono alcuni metodi per riconoscerle ed evitare truffe.

 

Ecco come riconoscere le e-mail che nascondono una truffa

Anche se queste e-mail dei truffatori sono realizzate molto bene e sono molto simili a quelle originali, è comunque possibile riconoscerle prestando particolare attenzione ad alcuni dettagli. In primis, solitamente queste e-mail non sono scritte in maniera grammaticalmente corretta. Molto spesso, infatti, sono presenti numerosi errori grammaticali e il registro linguistico non è appropriato alla giusta situazione.

Bisogna poi prestare particolare attenzione agli allegati che vengono inviati tramite queste e-mail phishing. Se si tratta di allegati insoliti e con nomi strani, è consigliabile di non aprirli in quanto possono nascondere dei malware in grado di rubare dati personali, come codici di conti bancari e password. Oltre a questo, per riconoscere le e-mail phishing è opportuno analizzare il mittente. Se si tratta di un mittente pubblico (ad esempio che termina con @gmail.com) è molto probabile che si tratti di una truffa. Le aziende o le banche, infatti, non utilizzano indirizzi e-mail di questo tipo ma utilizzano piuttosto e-mail aziendali.

Non dimentichiamoci poi che queste e-mail sono realizzate in modo da creare una certa urgenza nell’utente che la riceve. Un ultimo metodo per riconoscere queste e-mail, infine, consiste nel controllare il dominio dell’URL presente all’interno del messaggio. Quest’ultimo imita quello delle vere aziende per trarre in inganno gli utenti.

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Pubblicato da
Anna Lisa Ferilli