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Nuova tecnologia trasforma il tuo cane in una star del cinema

I ricercatori dell’Università di Bath hanno sviluppato una tecnologia che consente di digitalizzare il proprio cane e inserirlo in videogiochi o film come se fossero realmente lì.

Lo scopo principale della ricerca è digitalizzare i cani per poter migliorare l’assistenza medica. Questo sia nella diagnosi di problemi specifici che nel monitoraggio in fase di recupero. Tuttavia, come accennato all’inizio, oltre che per motivi di salute, questa nuova tecnologia può essere utilizzata per pretendere che il proprio cane sia una star del cinema e renderlo parte di tutti i nostri film preferiti. Questa tecnologia, infatti, funziona come una sorta di green screen. Il termine green screen fa riferimento ad una tecnica ormai molto utilizzata che permette di sovrapporre immagini tra loro al computer.

Cani 3D per film, videogiochi e cure mediche, presentato ufficialmente il nuovo progetto dell’Università di Bath

I ricercatori che hanno pensato a questo progetto hanno utilizzato tute motion capture (per realizzare personaggi animati in 3D

) su misura per i cani di svariate razze. Hanno creato un modello al computer che prevede e replica con precisione i movimenti di qualsiasi cane. Il fine è catturare le informazioni chiave senza che i cani debbano indossare le tute tutto il tempo. Molto più conveniente rispetto ai tradizionali sistemi di acquisizione dei movimenti che richiedono più videocamere, invece di una sola con immagini RGBD come in questo caso.

Questa tecnologia ci consente di studiare il movimento degli animali, utile per una miriade di scopi. Per l’industria dell’intrattenimento, la nostra ricerca può aiutare a produrre movimenti più autentici di animali presenti in film e videogiochi. I proprietari di cani potrebbero anche usarlo per creare una rappresentazione digitale 3D del loro animale domestico”. Anche altri animali sono stati catturati con questo metodo, tra cui: cavalli, gatti, leoni e gorilla. I ricercatori mirano ad estendere ulteriormente il loro campo di ricerca.

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Pubblicato da
Rosalba Varegliano
Tags: videogiochi