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Amazon fa concorrenza ai venditori presenti sulla piattaforma

Il colosso dell’e-commerce Amazon potrebbe iniziare a fare concorrenza ai venditori presenti sulla propria piattaforma, con i suoi 240 mila prodotti a suo marchio, che sono presentati come prima opzione di acquisto.

Durante il lockdown il colosso ha avviato una forte promozione del proprio brand e alcune aziende specializzare nel portare aziende a vendere sulla piattaforma, stanno mettendo in dubbio che il loro posizionamento rispecchi i riscontri che arrivano dai consumatori. Ecco tutti i dettagli.

 

Amazon potrebbe fare concorrenza ai venditori presenti sulla piattaforma

Qualsiasi produttore esistente, sentendo le due parole “marchi propri” riferite alla piattaforma avrebbe i brividi. Le vendite online sono ovviamente in caduta libera contando i 4000 mila pacchi spedici ogni minuti dal colosso. L’ultima mossa però è qualcosa di più grande, si tratta di una virata strategica che potrebbe risultare destabilizzante per i concorrenti, ma soprattutto per i fornitori che fino a questo momento hanno fatto affari grazie alla piattaforma.

Durante i mesi della pandemia, Amazon ha avviato, con discrezione, una decisa promozione di marchi propri, che ora compaiono spesso come prima opzione di acquisto

. C’è ad esempio “Belei” per la cosmesi, “Solimo” che vende un po’ di tutto, dai rasoi al caffè, “Lifelong” per il cibo per animali domestici, “Amazon basics” i prodotti per la casa, “Amazon essential” per l’abbigliamento. Pensate che in tutto i marchi propri del gruppo sono 45 e coprono più di 243 mila prodotti.

L’ex consulente di Amazon, Tim Huges, ha dato ampio approfondimento alla svolta, intervistato da Propublica. Huges ha criticato questa scelta perché in netta contrapposizione con quello che fino ad ora è stato il mantra della piattaforma, ovvero “il consumatore prima di tutto”. Il gruppo di Jeff Bezos naturalmente afferma che i suoi prodotti sono in evidenza perché preferiti dai consumatori. Ma società specializzate nel portare aziende a vendere sulla piattaforma mettono in dubbio che il posizionamento dei marchi propri rispecchi esattamente i riscontri che arrivano dal pubblico.

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Pubblicato da
Veronica Boschi