News

Apollo 11: altro che smartphone, ecco la tecnologia per la LUNA

“Un piccolo passo per un uomo, un grande salto per l’umanità” Questa fu la frase che accompagnò lo sbarco sulla luna da parte di Neil Armstrong, un momento storico per l’umanità il 20 luglio del 1969 alle 20:17, quando vennero pronunciate le parole “The eagle has landed”.

Sono passati oltre 50 anni da quel giorno così importante, anni in cui sono susseguite numerose missioni spaziali, circa 6, le quali hanno portato l’uomo a passeggiare sulla luna e sono state ovviamente caratterizzate da un costante progresso scientifico, necessario per svolgere missioni sempre più sicure e con un maggiore tasso di successo.

Ovviamente uno degli strumenti fondamentali era il computer di bordo, al quale venivano affidati numerosi calcoli da effettuare per poter correggere in modo costante la direzione di volo e sopratutto tenere sotto controllo lo status della strumentazione, vediamo insieme i dettagli.

I computer che hanno reso possibile il miracolo

Il successo avvenuto nel 1969, fu reso possibile da una cooperazione di macchine presenti a bordo della navicella, in particolare:

  • Il Saturn Launch Vehicle Digital Computer di IBM.
  • Due unità di Apollo Guidance Computer della NASA
  • Un Apollo Abort Guidance System, da usare in caso di emergenza.

le quali cooperavano con delle macchine presenti a terra a livello del quartier generale della NASA, parliamo dei mainframe di IBM presenti sia a Houston che in altri 17 basi per monitorare dalla terra l’andamento della missione.

Si trattava degli IBM System 360/Model 75 lavoranti ad una frequenza di clock massima di 5.1 MHz e supportati da una memoria di 256 KB di RAM, ed 1MB di memoria ROM, ritenuti valori estremi a quell’epoca.

Ovviamente il dato risulta incredibile, infatti dei computer con una potenza elaborativa probabilmente non in grado di far partire un’applicazione tra le più comuni, ha portato l’essere umano sulla Luna in sicurezza e lo ha riportato a casa.

Un dato che fa riflettere in virtù dell’attuale potenza tecnologica che abbiamo al corrente, la quale di sicuro ci aiuterà a raggiungere altri obbiettivi ancora più importanti, come ad esempio l’approdo su Marte.

Condividi
Pubblicato da
Eduardo Bleve