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Zoom: gli Stati Uniti si interrogano sui dati raccolti dalla piattaforma

Zoom è ancora nell’occhio del ciclone negli Stati Uniti, soprattutto per via del collegamento con il governo cinese della piattaforma, ma anche sulla raccolta dati degli utenti. Alcuni legislatori statunitensi stanno chiedendo alla compagnia di fornire più informazioni riguarda proprio alla raccolta dati. In aggiunta, vogliono sapere di più riguardo alla sospensione di alcuni account su richiesta diretta della Cina.

La società, essendo cinese, ha esportato una piattaforma che potrebbe essere stata sviluppata tenendo conto della realtà del paese di provenienza. La preoccupazione degli Stati Uniti che è certe pratiche note a causa del regime cinese siano ripetute verso tutti gli altri, soprattutto nei confronti dei cittadini statunitensi.

 

Zoom, Cina e Stati Uniti

Le parole di un portavoce di Zoom: “Non abbiamo fornito alcuna informazione utente o contenuto della riunione al governo cinese. Non abbiamo una backdoor che consente a qualcuno di entrare in una riunione senza essere visibile. Apprezziamo la sensibilizzazione che abbiamo ricevuto da vari funzionari eletti e non vediamo l’ora di impegnarci con loro.”

Non è la prima volta, e sicuramente non sarà neanche l’unica, che una piattaforma di origine cinese viene attaccata e messa sotto la lente d’ingrandimento da parte degli USA. È successo diverse volte di recente con TikTok, il popolare social network che in pochissimo tempo ha attratto una quantità di pubblico impressionante.

Queste invece la parole di Wang Dan, un dissidente esiliato negli Stati Uniti che ha rilasciato il tutto a Reuters: “Zoom continua ad assecondare le richieste cinesi, impedendoci di svolgere la nostra vita senza intoppi. Non può cavarsela solo con una dichiarazione. Continueremo a utilizzare mezzi legali e l’opinione pubblica per chiedere a Zoom di assumersi la responsabilità del suo errore.”

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini