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Nonostante il Governo abbia stabilito con il dl Rilancio di sostenere i cittadini prorogando la scadenza delle cartelle esattoriali, il Fisco ha ripreso la propria attività vigorosamente. Presto i contribuenti si ritroveranno nuove notifiche di pagamento e questa volta, a differenza della fase di lockdown, la scadenza per sanare i debiti torna a 60 giorni. Una situazione tuttavia ingarbugliata dal momento che nel dl Rilancio si esprimono tempistiche, su emissioni dei provvedimenti e notifiche, diverse e poco chiare anche per il Fisco.

Vediamo di cosa trattano alcuni articoli salienti del decreto in materia tributaria. L’articolo 154 del dl 34/2020 parla di sospensione dei termini di pagamento degli atti con riscossione coattiva fino al 31 Agosto 2020. L’articolo 157 del dl invece stabilisce che tutti gli atti e le cartelle in scadenza nel 2020 siano emesse entro il 31 dicembre 2020, mentre la notifica degli stessi avverrà nel corso del 2021. Proprio la differenza dei termini previsti tra il momento di emissione e quello di notifica è attualmente motivo di controversia.

Cosa succederà ai contribuenti chiamati a versare i propri debiti al Fisco?

Se le date di emissione e quelle di notifica non collimano, è chiaro che si creino due diversi termini di decadenza. Un’incongruenza che a quanto pare non è l’unica. Infatti l’emissione dei provvedimenti impositivi sarà accompagnata dal lavoro dell’amministrazione finanziaria a cui spetta di inoltrare i Pvc (Processo verbale di constatazione). I Pvc , compilati a seguito di una verifica fiscale presso la sede del contribuente, non possono mai arrivare dopo l’emissione degli atti pena la decadenza dell’atto stesso.

Infatti, come recita un articolo della Cassazione, se l’atto fosse emesso 60 giorni prima del rilascio del Pvc, il contribuente non godrebbe delle tempistiche che gli spettano per legge entro le quali poter dimostrare la proprie memorie ed osservazioni. Per questa ragione sarà indispensabile che tutti i Pvc pervengano entro la fine di ottobre in modo da collimare con la scadenza dell’emissione degli atti fissata entro il 31 dicembre 2020. Viste le numerose sfumature in materia tributaria e la sua particolare interpretazione voluta dal dl, sarà l’Agenzia delle Entrate ad avere l’ultima parola fissando innanzitutto proprio i termini di emissione degli atti.

 

 

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