Può sembrare fantascienza ma è tutto vero, la marina militare americana sembrerebbe aver messo a punto dei laser da usare come arma per difendere le corazzate da attacchi di droni che potrebbero mettere a rischio le missioni.

Si tratta di uno scenario che mostra come le armi di guerra possano cambiare in virtù del background tecnologico che fa da sfondo, in questo caso si tratta delle USS Portland che per prima ha visto l’implementazione di questa soluzione, che si tratti di una risposta al laser cinese che nel febbraio scorso ha abbattuto un caccia americano nessuno lo sa.

Il raggio mortale

Ciò che ci è dato sapere però è che la potenza del Laser Weapon System Demonstrator a stato solido è in grado di mettere fuori uso senza problemi droni e veicoli di piccole dimensioni, considerati pericolosi per la nave o per il proseguimento delle missioni in corso.

A detta della marina americana si tratta di una misura di precauzione dal momento che sempre più spesso le navi americane stanno subendo attacchi da parte di droni, imbarcazioni armate o sistemi di intelligence.

USS Portland LWSD test

Watch as USS Portland – LPD 27 conducts a successful Laser Weapon System Demonstrator (LWSD) test and disables an unmanned aerial vehicle in the first system-level implementation of a high-energy class solid-state laser. #NavyInnovates? https://www.cpf.navy.mil/news.aspx/130628

Publiée par U.S. Pacific Fleet sur Vendredi 22 mai 2020

Dal punto di vista tecnico parliamo di un laser con una potenza di ben 150KW che a detta della marina offre numerosi vantaggi rispetto alle armi convenzionali, dal momento che non ha da preoccuparsi del vento o della gravità, semplicemente basta puntare e colpire.

Il merito di questa nuova arma va all’Ufficio di Ricerca Navale statunitense, che ha deciso di testare il laser sulla USS Portland con l’idea di introdurlo poi su tutte le corazzate americane.

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