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Coronavirus: la nuova app Immuni mette a rischio la nostra privacy?

Al mondo non esiste nulla di più importante della nostra salute, ultimamente minata sul piano fisico e mentale dalla presenza del famigerato ed onnipresente Coronavirus. Lo stato dell’infezione pare stia sviluppando un andamento lineare della curva del contagio in vista del tanto atteso ingresso alla cosiddetta Fase 2 promossa in diretta televisiva nazionale dal Premier Giuseppe Conte.

Tale circostanza può essere vista come una sorta di stadio di transizione in cui Governi ed Amministrazioni Ospedaliere e Scientifiche potranno delineare un profilo sociale e sanitario d’impatto per le relazioni pubbliche. Non siamo fuori pericolo. La speranza è che non avvenga ciò che si è verificato in Cina, dove allo sdoganamento del contagio con diverse settimane a rischio zero è seguita un’immediata ricaduta sanitaria.

Con il preciso scopo di limitare i danni, e nel pieno rispetto del distanziamento sociale, le amministrazioni esecutive di concerto all’opera concessa con l’app Immuni (per dispositivi Android ed iOS) attueranno un piano di tracciamento dei contatti umani con campioni su base volontaria. Detto in altre parole saremo noi a scegliere se partecipare o meno al progetto.

Chi si sentirà in diritto di attivarsi a favore dell’incolumità propria ed altrui lo farà cosciente del fatto che potrebbero sussistere implicazioni secondarie di sicurezza in cui rientra a pieno titolo il tema della privacy. Sta di fatto che la supervisione dei dispositivi associati (smartphone, tablet o device IoT opportunamente predisposti) è affidata a Google

ed Apple. Ciò impone una riflessione rotta dalle ultime considerazioni fatte in materia di riservatezza. Scopriamo di più.

 

App Immuni per circoscrivere lo stato del Coronavirus: la nostra privacy è compromessa?

La domanda sorge ovviamente spontanea considerando le potenze multinazionali in gioco sul piano dei controlli. Si tratta di una piattaforma digitale mobile e standalone realizzata dal team di sviluppatori Bending Spoons in collaborazione con il team di esperti del centro medico Sant’Agostino.

Dopo la comunicazione della disponibilità ufficiale da parte della ministra Paola Pisano si conferma l’arrivo del nuovo ecosistema che si prefigge lo scopo di trovare applicazione su un campione di almeno 500 cittadini al giorno. Viene richiesta collaborazione volontaria 24 ore su 24.

L’utente che installa l’applicazione viene tracciato in tempo reale con il profilo di controllo che si attiva tramite Bluetooth a risparmio energetico. Ogni qualvolta due device con relativa app installata ed attiva si troveranno a meno di 2 metri di distanza si verrà a creare un record di contatto. Il principio di funzionamento viene meglio espresso a questo indirizzo e tramite la sottostante infografica.

Per coloro poco avvezzi all’uso delle piattaforme digitali Android ed iOS si da contezza della presenza di un apposito braccialetto elettronico che funziona in modalità always-on. Entro questa settimana l’ecosistema sarà attivo con l’obiettivo di convergere su almeno il 60% della popolazione in attesa di un riscontro positivo sul dato delle infezioni.

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Pubblicato da
Domenico