Il nuovo Coronavirus sta attanagliando ormai da settimane la popolazione mondiale, infatti i casi di pazienti infetti continuano ad aumentare in modo davvero esponenziale.

Questo virus non ha un alto tasso di mortalità ma ha un’infettività veramente alta, infatti basta venire anche lievemente in contatto con un portatore per rischiare di infettarsi.

Se non opportunamente trattato e se accasato in un paziente predisposto, può poi portare ad una grave polmonite atipica sinciziale che se incontrollata porta rapidamente all’exitus del paziente.

La gravità della patologia non risiede particolarmente negli effetti citopatici (danni alla cellula) che esso provoca, bensì nella sua grande flogogenicità, dal momento che è in grado, una volta attecchito, di scatenare una forte risposta infiammatoria a livello polmonare (appunto polmonite) che va a ledere il tessuto polmonare.

I nuovi farmaci e il meccanismo d’azione

Una volta accesa la risposta infiammatoria, le cellule immunitarie provvedono a rilasciare delle proteine, chiamate mediatori pro-infiammatori (citochine), come l’interleuchina6, che altro non fanno se non quella di amplificare la risposta infiammatoria, attirando altri globuli bianchi pronti a fare lo stesso.

Proprio questa risposta infiammatoria severa, porta a un danno polmonare dovuto alle lesioni causate dalle cellule immunitarie, che nel tentativo di eliminare il virus, danneggiano le cellule circostanti.

Proprio su questo meccanismo patogenetico i medici hanno voluto provare ad adoperare il principio attivo Tocilizumab, prodotto dalla casa farmaceutica ROCHE in svizzera, che è in grado di inibire la tempesta di citochine che porta ad un’infiammazione esagerata.

Questo effetto si pensa possa alleviare la gravità della polmonite e quindi migliorare la prognosi dei pazienti.

I risultati sembrano promettenti, ma bisognerà ovviamente attendere dal momento che il farmaco ovviamente non ha subito trials clinici e altro.

In parallelo, in America, si sta pensando all’uso di un principio attivo antivirale, nome in codice Remdesivir.

Inizialmente questo farmaco era stato concepito per combattere il virus Ebola e Marburg, letali anche loro, solo che ora ha dimostrato un’ottima affinità nei confronti di SARS-Cov-2.

Il principio attivo esplica la sua azione antivirale grazie alla sua somiglianza con i nucletoidi, andandosi quindi a legare al momento della duplicazione del RNA virale e bloccandola, impedendo quindi così la moltiplicazione del virus.

I due nuovi principi attivi sembrano promettenti, ovviamente dovranno superare una miriade di test prima che si decida effettivamente sul loro impiego.

Non rimane dunque che attendere gli sviluppi, sperando che questa nuova emergenza sanitaria termini presto e nel migliore dei modi.

VIALa Repubblica
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