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Carta d’identità elettronica: ecco i problemi del nuovo documento

I nuovi standard di sicurezza per i documenti d’identità hanno investito anche il nostro Paese. Per questa ragione si è deciso di approvare un nuovo formato del documento di riconoscimento maggiormente utilizzato in Italia, proiettandolo nel nuovo decennio: la Carta d’Identità Elettronica.

Se n’è iniziata la distribuzione nel 2016, quando furono aperte le prime postazioni per richiederla. Da quel momento in poi è aumentata esponenzialmente la percentuale di cittadini che si sono ritrovati a compilare la domanda per ottenerla, e i dati aggiornati all’inizio dello scorso anno segnalavano una copertura di 7,3 milioni di cittadini.

Un numero ancora basso se si tiene conto che il 97% dei cittadini risulta idoneo all’ottenimento del documento in questione, ma che naturalmente aumenterà nei prossimi anni con i vari rinnovi a cui gli italiani dovranno andare necessariamente incontro.

Il nuovo formato del documento è obbligatorio, dal momento che risulta conforme ai requisiti di sicurezza ICAO MRTD, a cui tutte le carte d’identità europee dovranno adeguarsi entro circa un anno.

In aggiunta, grazie al nuovo formato, alla precedente “semplice” carta d’identità si aggiungeranno molteplici funzionalità

, che le consentiranno di avere valore legale nella firma di un contratto o in altre operazioni, così come anche di fungere da token per SPID L3.

Carta d’identità elettronica: i nostri dati sono al sicuro?

Prima che fosse introdotta, si è acceso un fortissimo dibattito sulla sicurezza delle informazioni contenute nel chip di cui ora la carta è dotata. Si temeva che la rilevanza di certi dati, in particolare le impronte digitali, potesse essere golosa preda agli occhi degli hacker e dei malintenzionati avventori.

Al momento dell’immissione, però, sono state prese diverse contromisure per arginare la possibilità di un furto di dati, e ora il sistema di garanzia a protezione di queste informazioni risulta pressoché infallibile. Infatti, nel rispetto dei requisiti di sicurezza europei, i dati non sostano nei computer o nei sistemi informatici dell’ufficio che ha recepito le informazioni del cittadino. Vengono invece direttamente spedite nella banca dati centrale di massima sicurezza, dove vengono custodite e criptate.

 

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Pubblicato da
Monica Palmisano