Supponiamo di avere un conto corrente in cui teniamo fermi 10.000 euro di risparmi. Considerando le spese sostenute per tenere aperto il conto e il potere di acquisto in sé, dopo circa cinque anni quei soldi diventerebbero all’incirca 8.000 euro (8.161 per l’esattezza).

In che modo è possibile evitare inutili costi di gestione e altre spese

Teniamo in considerazione un fatto: i rendimenti del conto relativi alle giacenze si sono ormai azzerati e le stime tengono conto solamente dei costi medi della gestione del conto corrente. Abbiamo l’imposta di bollo pari a 34,20 euro (a partire però da giacenze medie annuali superiori ai 5.000 euro) e un’inflazione media del 2% sulla perdita di potere d’acquisto. Un conto da 1000 euro si azzererebbe quasi del tutto. Per i giovani i costi sarebbero leggermente minori: 10.000 diventerebbero 8.481,31 euro, e il conto da mille si dimezzerebbe, ad ogni modo il concetto non cambia. Con i conti online i risparmi sarebbero maggiori sia per le famiglia che per i profili giovani, con una spesa rispettiva sul conto di 25 e 17 euro e le perdite sarebbero molto ridotte rispetto ai conti tradizionali.

La Banca d’Italia ha calcolato una stima di quanti soldi si trovano attualmente fermi sui conti in banca e la cifra esatta sembra essere 1.371 miliardi di euro. Se consideriamo l’inflazione, che oscilla dallo 0,8% fino al 2%, in 5 anni questi soldi perderebbero dai 54 ai 129 miliardi di euro in potere d’acquisto. E a questo andrebbe aggiunto il rendimento non colto dei nostri risparmi. Tenendo quindi sul conto una piccola parte dei nostri risparmi per le spese ordinarie, il resto dei soldi è bene che si faccia fruttare. Conti deposito, mercato azionario o obbligazionario sono alcune delle soluzioni con cui possiamo evitare gli sprechi. Ognuno può adottare la soluzione che ritiene più opportuna.

VIACorriere della Sera
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