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App svuotano conti correnti: milioni di utenti vittime sul Play Store

In gergo si chiamano fleeceware e sono app che colpiscono milioni gli utenti perché sono spesso presenti sul Google Play Store. Secondo i ricercatori di Sophos queste app sono state scaricate 600 milioni di volte, e sono fatali perché senza alcun sospetto da parte delle vittime addebitano un abbonamento salatissimo che svuota il credito delle SIM o conti correnti delle schede collegate tramite RID bancario.

Questo termine per classificare tali app non è in uso nel gergo comune ed è stato coniato da Sophos nel mese di settembre 2019, quando fu denunciato il fenomeno che stava imbarazzando Google e il suo Play Store. Big G ha prontamente bonificato lo store rimuovendo 14 applicazioni responsabili della sottrazione di denaro agli utenti, ma il problema continua a verificarsi. 

 

App svuotano conti correnti: milioni di utenti vittime sul Play Store

Tra fine dicembre e gennaio 2020 Sophos ha scovato altre 25 app fleeceware che sono state installate su 100 milioni di dispositivi. Purtroppo per gli utenti riconoscerle è difficile, poiché la tipologia di app è molto varia e spazia da quelle che propongono oroscopi, editor di foto e video, messaggistica o raccolte di emoji per le chat.

Spesso sono app a pagamento che offrono un periodo di prova gratuito da cui recedere una volta terminato. Ma qui scatta l’inganno, poiché se anche le disinstallate dal vostro smartphone, queste app vi addebitano i costi dell’abbonamento fino a che non esauriscono i vostri soldi.

C’è un modo per evitare questa truffa, ma bisogna loggarsi al sito di registrazione per seguire una procedura articolata. Proprio in questo le app fleeceware approfittano delle vittime, poiché noi utenti siamo spesso disattenti e di norma non leggiamo le condizioni d’uso stabilite dagli sviluppatori.

Se vi state chiedendo come mai il Play Store le ospita il problema risiede nel loro codice sorgente. Infatti questi programmi non diffondono virus o malware, risultando di fatto compatibili con i regolamenti di Google, tuttavia non proprio stringenti.

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Pubblicato da
Flavio Mezzanotte