I ricercatori della famosa Università di Bristol sono rimasti impietriti dalla moderna “Croatoan” messa in luce dai droni di ricognizione autorizzati a supervisionare l’area attorno al Reattore 4. Le ripercussioni dell’incidente nucleare del 1986 continuano a sortire effetti anche nel 2019. La popolazione, spazzata via da una scia di gas tossico ad alta concentrazione, non ha potuto fare ritorno alle proprie abitazioni. Anche flora e fauna non convivono in questo habitat inospitale.
Attorno alla zona di contatto si è scoperto uno scenario macabro, sinistro, agli antipodi del concetto di civiltà umana. La verdeggiante foresta limitrofa, un tempo prospera di vita, è stata ribattezzata Foresta Rossa. Visto l’assoggettarsi degli elementi avversi, difatti, l’area non è più abitabile. L’insediamento umano è impossibile per una zone che muta dal verde al rosso per segnalare la mancanza di vita.
Il livello di radiazioni è ancora troppo alto per concedere una tregua alla desolazione. E forse lo sarà per sempre. Possiamo solo osservare il più grande monito alla mano distruttiva dell’uomo nella speranza che tutto ciò non si ripeta mai più.